Esperti e ministri stranieri, politici ed alti prelati. Tutti insieme per l’abolizione della pena di morte nel mondo.
Domenica scorsa, papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la fine della pena di morte, attirando l’attenzione verso una conferenza su questo tema, tenuta lunedì scorso, dal titolo Un mondo senza pena di morte ed organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio.
ZENIT è stata presente al IX Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia, tenutosi presso la Camera dei Deputati.
Il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha esordito ringraziando il Santo Padre per il suo forte appello di domenica scorsa. È stato poi riprodotto il video con le parole di Francesco, che ha che ha suscitato gli applausi di tutti i presenti, tra cui vari ministri e ambasciatori, molti dei quali hanno ringraziato papa Francesco per aver assunto la leadership in questa materia.
Il ministro della Giustizia e dei Servizi Correttivi del Sud Africa, Michael Masutha, lo ha ringraziato in particolare per l’aiuto “a guidare il mondo ad abbandonare questa pratica, che nega i diritti umani e sforzarsi per dimostrare misericordia e umanità”. Ha anche elogiato Sant’Egidio per il suo “inesorabile attivismo” nei confronti dell’abolizione.
Nel suo intervento, ha anche parlato delle esperienze nel suo paese, sottolineando che quando la pena di morte era comminata con più facilità, i crimini non sono stati ridotti.
Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente del C9, lo speciale consiglio consultivo per il Papa, ha sottolineato quanto siano stati “chiari” e “insistenti” i messaggi di Francesco sulla pena di morte. Il cardinale ha anche ricordato come il Pontefice abbia ribadito la sua opposizione anche durante il suo viaggio negli Stati Uniti dello scorso settembre, confermando la sua difesa della vita dal concepimento alla morte naturale.
Il porporato tedesco ha inoltre osservato che anche i predecessori di Francesco, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno portato avanti la medesima battaglia contro la pena capitale.
Jean-Louis Ville, capo della Commissione europea per l’uguaglianza uomo-donna e per i diritti umani, nonché direttore ad interim per lo Sviluppo Umano e la migrazione, ha affermato che “l’Unione europea è in prima linea per abolire la pena di morte in tutto il mondo”.
“Tutti gli Stati membri sono fortemente contro la pena di morte in tutte le circostanze”, ha sottolineato, “sia in guerra e che in tempo di pace”.
Peter Huber, giudice della Corte Costituzionale tedesca, gli ha fatto eco, ribadendo come la pena di morte sia ingiusta ma, al tempo stesso, ha voluto spiegarne il perché. “Cos’è che rende la pena di morte una violazione della dignità umana?”, si è domandato.
Huber ha poi spiegato ai presenti che, nel diritto penale, vi sono tre obiettivi nell’inflizione di sanzioni penali.
Il primo, ha detto, cerca di educare la persona e spingerla a migliorare. Il secondo, ha osservato, è la “prevenzione generale”, ovvero il deterrente a commettere crimini. Il terzo, ha aggiunto, è la “punizione”, e determina una sorta di vendetta.
Il giurista ha poi spiegato che la pena di morte ricade necessariamente nelle categorie della deterrenza o della vendetta.
“Se lo Stato utilizza la vita di un essere umano per la deterrenza o di vendetta, allora questo degrada l’individuo a diventare un obiettivo delle politiche statali” e “un mezzo per fini politici”.
L’on. Mario Marazziti, Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che questo lungo viaggio verso l’abolizione della pena di morte stia diventando realizzabile.
Il parlamentare ha inoltre affermato che la scelta del linguaggio per il riferimento alla pena di morte mostra la vergogna che coloro che ancora appoggiano questo atto, in quanto si riferiscono alla pena capitale in termini di “esecuzione”, piuttosto che di “omicidio”.
Altri relatori, provenienti da paesi abolizionisti e non, hanno discusso la situazione nei loro paesi, raccontando i problemi con la pena di morte, e spiegando perché è inefficace e perché è importante eliminarla.
Tra gli altri relatori intervenuti figurano: il ministro della Giustizia italiano, Andrea Orlando; il Primo Presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Sanzio; il Consigliere Speciale del Segretario Generale della Francofona, Jacques Bilodeau; il ministro della Giustizia del Ruanda, Johnston Busingye; il Ministro della Giustizia dello Sri Lanka, Wiljeyadasa Rajapakshe; Tanny Taher della Comunità di Sant’Egidio in Indonesia; il ministro della Giustizia della Cambogia; il Ministro della Giustizia e Procuratore Generale della Sierra Leone, Joseph Fitzgerald Kamara.
Pena di morte: abolizione più vicina in molti paesi
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