“Accolgo con favore l’iniziativa e la tenacia con cui la Comunità di Sant’Egidio ha assunto questa battaglia di civiltà. È un ulteriore passo per la difesa della vita, per una visione integrale della vita”. Con queste parole il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della Conferenza Episcopale tedesca, nonché membro del C9, ha dato il via al IX Congresso internazionale dei ministri della Giustizia, dal titolo Per un mondo senza la pena di morte, che si è svolto ieri presso la Camera dei Deputati.
Nel suo discorso, il porporato ha illustrato i passi in avanti compiuti dalla Chiesa sul tema, attraverso il Catechismo della Chiesa cattolica ma soprattutto grazie agli ultimi tre Papi. Ha quindi riferito di esser stato molto contento di aver ricevuto mesi fa l’invito alla conferenza, in quanto quello della pena di morte è un tema “critico” che richiede oggi uno sforzo per un cambiamento, specie negli Stati Uniti.
Per Marx è provvidenziale il fatto che Sant’Egidio continui in questa promozione dell’idea di abolire la pena capitale nel corso di questo Anno Santo, “perché la misericordia è il volto di un uomo condannato ingiustamente a morte”. Ciò – ha aggiunto – permette di raggiungere un pubblico ancora più ampio: non solo il governo e i parlamenti ma anche la gente comune.
E l’approccio della Comunità in questa battaglia per l’abolizione – ha sottolineato il cardinale – è “profondamente cattolico o universale”, in quanto “attira tutte le parti interessate, migliora le operazioni singole o parziali di ogni paese, evita qualsiasi preconcetto ideologico, interviene sui singoli casi dei condannati a morte, e, allo stesso tempo, fornisce strumenti giuridici a paesi che ne fanno richiesta”.
“Sono profondamente convinto non c’è giustizia senza vita”, ha rimarcato l’arcivescovo di Monaco, plaudendo anche all’impegno di incanalare questa lotta nel dialogo interreligioso. Nel suo discorso sono ritornate, quindi, le parole di Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa, di cui è stato proiettato il video all’inizio della conferenza.
Dalla finestra del Palazzo Apostolico, il Pontefice ha lanciato infatti un appello “alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte”, insieme alla proposta di compiere “un gesto coraggioso ed esemplare”, e cioè “che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”.
Questo atteggiamento del Papa di domenica scorsa, “purtroppo non sempre è stato l’approccio della Chiesa. Dobbiamo ammetterlo”, ha osservato Marx. Ha poi ricordato i grandi sviluppi in materia sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, il quale in ogni modo e in ogni circostanza ha richiamato alla difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale. E anche con Benedetto XVI e Francesco, che hanno seguito “di tutto cuore” l’esempio del loro predecessore, si sono registrati nuovi sviluppi e alcune decisioni coraggiose per combattere la pena di morte.
“Non stiamo solo lavorando per una società più giusta, ma per una società più umana”, ha ribadito il cardinale. “In questo Anno Santo della Misericordia dobbiamo essere in grado di impegnarci per abolire la pena di morte e lottare contro di essa sulla scena politica”, dove – ha detto – “spesso sentiamo politici che gridano: ‘Vendetta, vendetta!”.
Ma la vendetta “non è mai la soluzione per nessun problema politico o sociale”, ha affermato Marx. Dobbiamo pertanto divenire “protagonisti di misericordia”, come auspicato da Papa Francesco, il quale – ha osservato il porporato – si è sempre espresso in modo “chiaro” e “insistente” contro la pena capitale.
Basti ricordare le parole pronunciate al Congresso degli Stati Uniti, durante il viaggio dello scorso settembre, in cui Papa Bergoglio richiamava alla “responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo”. “Questa convinzione – diceva il Pontefice in quell’occasione – mi ha portato, fin dall’inizio del mio ministero, a sostenere a vari livelli l’abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini”.
“Per lo Stato di diritto, Papa Francesco dice che la pena di morte rappresenta un fallimento”, ha concluso il presidente dei vescovi tedeschi, “in quanto obbliga lo Stato a uccidere in nome della giustizia, piuttosto che a lavorare verso una società di misericordia e di difesa della vita umana”.