Nel pieno dell’Anno della Misericordia ricorre un decennale che ben si armonizza con lo spirito del Giubileo: fu infatti il 25 gennaio 2006 che avvenne la pubblicazione di Deus caritas est, la prima delle tre encicliche di papa Benedetto XVI.
A celebrazione della ricorrenza è in programma il congresso internazionale La carità non avrà mai fine, promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum, che, dal 25 al 26 febbraio, presso l’Aula Nuova del Sinodo, metterà a confronto varie illustri personalità ecclesiastiche e laiche, con lo scopo di esaminare e approfondire le prospettive teologiche e pastorali dell’enciclica per il mondo di oggi, in particolare in relazione al lavoro di chi opera nel servizio di carità della Chiesa.
All’incontro, inserito tra gli eventi del Giubileo della Misericordia, prenderanno parte, in particolare, i Rappresentanti delle Conferenze episcopali e degli organismi di carità cattolici a livello internazionale.
Come riferito a ZENIT da monsignor Giampietro Dal Toso, Segretario del Cor Unum, le due giornate di studi hanno ricevuto il sostegno di papa Francesco, il quale – in linea con lo spirito del convegno – più volte, a partire dalla sua prima omelia da Pontefice, ha insistito sul fatto che la Chiesa Cattolica non è una “ong pietosa”.
“C’è bisogno di tenere vivo lo spirito della Deus caritas est, che è più che mai attuale – ha spiegato Dal Toso -. Per questo il taglio del nostro convegno non sarà impostato sulla ‘memoria’ ma sulla ‘prospettiva’, con un’ampia riflessione sull’applicazione concreta dell’enciclica”.
Ad aprire il congresso, giovedì 25, alle 9.45, sarà il cardinale Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che proporrà una “interpretazione teologica” dell’enciclica Deus caritas est.
Dopo l’intervento di Michel Thio, Presidente della Confederazione internazionale San Vincenzo de’ Paoli, e le testimonianze di Marina Almeida Costa, Direttrice della Caritas Cabo Verde, e Roy Moussalli, Direttore Esecutivo della Syrian Society for Social Development, la sessione pomeridiana di giovedì sarà aperta da un ebreo, il rabbino David Shlomo Rosen, direttore internazionale degli affari interreligiosi dell’American Jewish Comittee, e da un musulmano, Saeed Ahmed Khan, professore della Wayne State University, che parleranno rispettivamente della “Prospettiva ebraica dell’amore biblico” e della “Prospettiva musulmana della misericordia”.
La presenza di tali relatori vuole illustrare come “al cuore di tutte le religioni vi sia l’attenzione all’altro”, ha osservato il Segretario del Cor Unum, sottolineando comunque che “carità” è un “concetto neotestamentario”.
Altro obiettivo del convegno sarà quello di vincere il pregiudizio, secondo il quale “le religioni siano fonte di conflitto”, invece che “purificazione”, laddove il conflitto nasce essenzialmente dalla “strumentalizzazione della religione”, ha puntualizzato monsignor Dal Toso.
La prospettiva antropologica della carità e il suo valore per l’uomo moderno saranno invece analizzati dal filosofo franco-tunisino Fabrice Hadjadj, direttore dell’Istituto Philantropos, che interverrà alle 16.30.
La seconda giornata sarà inaugurata dalla relazione del cardinale Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila e Presidente di Caritas Internationalis, che parlerà de L’importanza della Deus caritas est per il servizio di carità della Chiesa oggi.
Seguiranno le testimonianze di Alejandro Marius, Presidente della Asociación Civil Trabajo y Persona, operativa in Venezuela, ed Eduardo M. Almeida, Rappresentante in Paraguay della Inter-American Development Bank.
Alle ore 12 i partecipanti al congresso, saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco presso il Palazzo Apostolico. Nel pomeriggio sarà dato spazio agli interventi del rev. prof. Paolo Asolan, docente alla Pontificia Università Lateranense, e del prof. Rainer Gehrig, docente all’Università Cattolica di Murcia.
“Obiettivo del congresso è anche quello di stimolare la riflessione circa il tipo di persona che vogliamo promuovere e, dunque, il tipo di sviluppo da favorire”, ha sottolineato ancora Dal Toso.
Da parte sua, il sottosegretario del Cor Unum, monsignor Tejado Muñoz, ha ricordato come la Chiesa non sia un’associazione filantropica e come i suoi organismi caritativi siano sempre presenti sul posto e, nelle emergenze e calamità, i loro operatori “soffrono assieme alla gente che soffre”. Si vive, in questo modo il principio, secondo cui il vero cristiano “tocca la carne di Cristo in chi soffre”.
La moderazione dei lavori nelle due sessioni mattutine sarà affidata a Martina Pastorelli, Presidente di Catholic Voices Italia; gli incontri delle sessioni pomeridiane saranno moderati dal Prof. Luca Tuninetti, docente alla Pontificia Università Urbaniana.
A conclusione di entrambe le giornate, alle ore 18, nella Chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici, situata all’interno della Città del Vaticano, si svolgerà la celebrazione eucaristica: il 25 febbraio sarà presieduta dal cardinale Paul Josef Cordes, Presidente emerito di “Cor Unum”, il 26 febbraio dal cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, anch’egli, nel recente passato (2010-2014), presidente del Cor Unum.
Il convegno verrà interamente trasmesso in streaming sul sito del Pontificio Consiglio “Cor Unum” www.corunumjubilaeum.va .
La carità: il filo rosso che unisce Benedetto XVI e Francesco
Il Cor Unum promuove due giorni di congresso internazionale per celebrare l’attualità della Deus caritas est