A young religious sister or nun

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La consacrazione è la risposta dell’uomo al tocco di Dio

È San Paolo, nella Lettera ai Romani, a svelarci la corretta chiave di lettura: “Non conformatevi a questo mondo”

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“Ciao Cristina, potresti pubblicare qualcosa che spieghi cos’è un atto di consacrazione? Lo scopo? Per chi si può invocare? Chi può richiederla? So di consacrazioni soprattutto a Maria. Buona giornata e grazie per i tuoi post”
***
Cara Paola, vorrei iniziare mettendo subito a nudo la mia grande difficoltà nel risponderti.
È difficile, infatti, parlare di “consacrazione” senza rischiare di aprire la porta al devozionismo e non alla devozione, alla fragile emozione e non alla vigorosa volontà.
La consacrazione non è una pratica religiosa propiziatoria rivolta a Dio, affinché Lui faccia ciò che gli chiediamo (anche se a volte viene vissuta così).
Per balbettare qualcosa di sensato sulla consacrazione, mi sono rivolta al gigante dei giganti: Paolo di Tarso.
Tipo deciso e tosto che, tra il 55 ed il 58 scriveva ai Romani (12,2) queste parole: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”
Rileggiamo lentamente questa frase. Parola dopo parola. Lentamente.
Con San Paolo, infatti, il più è stato detto.
Le fondamenta sono state gettate.
Il muro portante è stato alzato.
Prendi ad esempio quel “la nostra mente deve essere rinnovata per capire ciò che Dio vuole”.
Come rinnovarla? Non mediante virtuosismi intellettuali od elucubrazioni filosofiche (che poi servono quasi sempre a foraggiare il nostro “ego”, mai sazio di trionfi), ma tramite l’esperienza.
Per esperienza” arriviamo a conoscere la volontà di Dio che è sempre “buona, gradita e perfetta”. “Per esperienza” abbracciamo la perfetta letizia e rassereniamo la nostra mente, poiché Dio non permette che ci accada qualcosa che non cooperi per il nostro bene.
La consacrazione quindi (di noi stessi, della nostra famiglia, di un nostro progetto…) appartiene al mondo spirituale dei “mendicanti”. Di coloro che sanno che da soli niente possono, ma che con Dio tutto diventa possibile (vogliamo chiamarli “poveri in spirito“?). Di coloro che vogliono trasformare se stessi bagnandosi nella piscina luminosa dove sorge ogni Amore. Proprio lì dove ci sono anche balsami emollienti per rasserenare il cuore e sali sapienti per rendere arguta la mente.
Cara Paola, ecco cos’è la consacrazione: chiedere a Dio, con la semplicità dei mendicanti, la gioia di fare la sua esperienza e la forza di passare dalla religione (in cui Dio spesso viene fatto a nostra misura ed a misura dei nostri bisogni) alla fede (in cui siamo noi a farci a misura di Dio, conformi alla Sua volontà).
La consacrazione è chiedere ad altri fratelli (i santi) o alla Madre di Dio, di non farci mai perdere di vista quella piscina luminosa ed i suoi balsami per l’anima!
Il desiderio di consacrarsi (e questa è la parte più bella dell’intera faccenda) in apparenza sembra partire dalla nostra mente ma, in realtà, è un atto che ha origine in Dio e che genera in noi il desiderio di essere “messi a parte” per Lui (“consacrazione” e “santificazione” hanno la stessa origine biblica; derivano dalle parole “kados” –ebraico- e “agios” –greco- e sostanzialmente indicano “la messa a parte per Dio”).
Se dovessi dire in una riga cosa sia la consacrazione, penso che direi così: “la consacrazione è la risposta dell’uomo al tocco di Dio”!
Troverai nelle librerie cattoliche ed in rete, tante consacrazioni e tanti tipi di ritualità, per poterle fare.
Ognuna ha una storia affascinante ed un evento storico che le ha dato origine. Scegli quella che senti più “tua”. Segui il tuo cuore. Ma poi non ti soffermare troppo sul “come” fare la consacrazione, sulle regole esterne.
Dio guarda il cuore e non le modalità di attuazione.
 
“Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l’anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.”

(Charles de Foucald)
***
[Fonte: www.intemirifugio.it]

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Maria Cristina Corvo

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