Mi sai dire tu perché chiamano “scarabocchio” l’opera d’arte del bambino e “opera d’arte” lo scarabocchio dell’artista? Mi pare d’intuire quale possa essere la risposta: dimmi con che animo sporchi una tela! Dimmi se chi osserva e giudica è guidato dall’occhio del cuore.
Entro in una casa…Immerso sul suo album da disegno, vedo Albino, bimbo di tre anni, seduto al tavolo, a breve distanza dalla mamma che spadella. “Il mio piccolo, quando compone, è tanto assorto che non guarda in faccia nessuno” – giustifica lei.
Cercando di rispettare la totale immersione, mi avvicino per uno sguardo discreto alla copertina dell’album da disegno. Vedo scritto con la grafia della mamma il titolo: “I capolavori di Albino” e come sottotitolo: “I capolavori del grande Picasso, al confronto, sono “scarabocchi”.
Solo il cuore d’una mamma ha la luce per dare un giudizio di “incomparabile” valore agli “scarabocchi” del suo moccioso.
Pensa a quale valore “incomparabile”possano assurgere gli “scarabocchi” miei e tuoi se hanno meritato che il Padre mandasse il figlio a prenderli su di sé; a rivestire la nostra umanità fino a farsi scarabocchio che, con la sua stessa vita, ha riscattato sul Calvario.
Ha investito i miei e i tuoi peccati con la luce del suo perdono, per trasformarli in riflessi luminosi della sua misericordia. Ecco perché l’arcobaleno mi ricorda sempre il capolavoro dell’Amore: la trasfigurazione degli umani colori in folclore divino.
Ciao da p. Andrea
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I capolavori di Albino
Pensa a quale valore “incomparabile”possano assurgere gli “scarabocchi” miei e tuoi se hanno meritato che il Padre mandasse il figlio a prenderli su di sé