Alberto Gasbarri

© PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Va in pensione l'organizzatore dei voli papali, Alberto Gasbarri

Quello in Messico l’ultimo viaggio per il ‘tour operator’ di tre Papi. Nell’aereo Ciudad Juarez-Roma, una piccola festicciola con il Papa e i giornalisti accreditati. Al suo posto il colombiano Mauricio Rueda Beltz

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Va in pensione Alberto Gasbarri, 70 anni, figura storica dei viaggi papali all’estero di cui da dieci anni è ufficialmente il responsabile dell’organizzazione. Quello in Messico è stato il suo ultimo viaggio. Per questo Papa Francesco, insieme ai 76 giornalisti accreditati che lo accompagnavano sull’aereo da Ciudad Juarez a Roma, ha voluto celebrarlo con una torta e una festicciola.
“Come sappiamo, questo è l’ultimo viaggio di Alberto Gasbarri, che è qui vicino, e che tutti noi conosciamo molto bene e al quale siamo molto grati per il servizio che ha svolto in tutti questi viaggi” ha detto padre Federico Lombardi, prima di lasciare la parola a Valentina Alzraki, corrispondente di Televisa, decana dei vaticanisti. 
La giornalista messicana, con oltre 100 viaggi papali all’attivo, ha esordito dicendo: “Mi intristisce moltissimo l’idea che nel prossimo viaggio non ci sia Alberto… La prima volta che l’ho visto era 37 anni fa, aveva più capelli, era un po’ più magrolino, ma era esattamente la stessa persona. Io lo chiamerei ‘il signore dei cieli’, è l’espressione che mi viene. È un gentiluomo di altri tempi, non solo per il doppiopetto e il suo abbigliamento impeccabile, ma abbiamo passato tantissime cose”.
“Lui – ha proseguito Alzraki – è stato al servizio di tre Papi; ci sono stati tanti momenti difficili, atterraggi di emergenza, Paesi in lotta … Non l’ho mai visto alzare il sopracciglio, mai una parola in più, mai un momento di nervosismo, mai una scortesia con nessuno. Veramente, un signore”.
La vaticanista ha quindi paragonato Gasbarri ad un sarto: “un grande sarto che cuce addosso a tre Papi diversi i viaggi, fatti su misura per i tre Papi”. “All’inizio di Giovanni Paolo II – ha proseguito – credo che quando ha iniziato a collaborare con Padre Tucci dopo l’uscita di mons. Marcinkus, credo che mons. Marcinkus gli abbia detto: ‘Guarda, questo è polacco, è una testa dura e ne vedrai di tutti i colori’. E credo che sia stato così. Alla fine del pontificato era un po’ come un figlio: non solo organizzava i viaggi ma era vicino a un uomo che ogni giorno di più aveva dei limiti fisici e lui si è inventato di tutto – trono mobile, la piattaforma mobile – e vedevamo con quale sentimento, con quale angoscia, a volte, era vicino a lui ed era attento a che non cadesse, che stesse bene”.
Poi, è arrivato Papa Benedetto: “lui (Gasbarri ndr) fino a lì era il ‘numero due’; nel 2005, Papa Benedetto lo nomina ‘numero uno’ e credo – non so se mi sbaglio – e credo che siano stati forse gli otto anni più tranquilli, più semplici? Perché credo che Papa Benedetto fosse più mite, più ordinato, non sgarrava di un minuto nel protocollo, seguiva tutto quello che Alberto gli diceva, più ‘docile’, diciamo così”.
Infine “è arrivato un uragano”, ha detto la giornalista, “e credo che Alberto ha dovuto fare un altro vestito e dire: ‘Oddio, mi sa che anche questo ha la testa dura’”. E comunque, credo che siete arrivati di nuovo ad avere un rapporto bellissimo. Abbiamo fatto tutti questi viaggi, tutti, con Giovanni Paolo II, con Benedetto, con Lei, su misura veramente per ognuno di voi perché finalmente – come Lei ha detto – ogni Papa è un uomo: ha i suoi gusti, ha i suoi ritmi, ha le sue priorità e credo che lui sia riuscito a interpretare tutti e tre voi nella migliore delle maniere e sempre con una gentilezza, una pacatezza, un’educazione e un’efficienza veramente straordinari. Quindi, veramente mi fa molta tristezza che nel prossimo viaggio tu non ci sia”.
Parole a cui hanno fatto eco quelle di Papa Francesco che, con simpatia, ha detto: “Anche io ripeto quello che ho detto all’inizio: grazie tante! E mi ha dato buoni consigli. Solo, ha un difetto: non sa calcolare bene i chilometri!…”.
Quindi lo stesso Gasbarri, “emozionato”, ha preso il microfono per ringraziare tutti i presenti, in particolare Papa Francesco “per la sua fiducia e la sua pazienza”. A tal proposito, ha raccontato un aneddoto: “A novembre eravamo in Africa, a Bangui, e il Santo Padre doveva incontrare i vescovi, e io vedo che va in cappella dove non c’erano i vescovi. Dico: ‘Ma, Padre Santo, deve incontrare i vescovi…’. E lui mi risponde: ‘Vado in cappella per pregare la Madonna che mi dia tanta pazienza per sopportare Gasbarri. Ecco. (ridono) Ora l’ho liberato di una intenzione di preghiera … (ridono)”.
Un pensiero di gratitudine va pure a Papa Benedetto “con il quale ho ancora un rapporto di affetto e devozione” e a San Giovanni Paolo II, “al quale ho dato 27 anni, i migliori della mia vita – ero giovane! – e sono tanto affezionato anche a lui”.
I giornalisti accreditati hanno poi consegnato alcuni doni al ‘tour operator’ di tre Papi: Phil Pullella della Reuters ha presentato in tono scherzoso un portachiavi a forma di aereo e un modellino di aereo Alitalia; poi Cindy Wooden, presidente dell’Aigav, ha regalato un grande album contenente immagini dei viaggi pontifici tratte da Ebu, da Giancarlo Giuliani, dall’Associated Press, da L’Osservatore Romano e da Paul Haring.
Alberto Gasbarri lascia anche la direzione amministrativa della Radio Vaticana. Al suo posto, come annunciato dal segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher, sarà nominato un monsignore colombiano attualmente in servizio nella Seconda sezione della Segreteria di Stato, Mauricio Rueda Beltz, che ha lavorato nella diplomazia vaticana negli Usa e in Giordania.

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ZENIT Staff

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