Avevo circa tre anni circa. Mi hanno portato all’ospedale di San Dona’ per curare una infezione intestinale. La causa: “Mangiavo sabbia”.
Ricordo il lettino bianco in una grande sala piena di tanti lettini come il mio.
La mia mamma mi ha affidato ad una infermiera e se ne è tornata a casa. Aveva altri frugoletti da accudire. Verso sera dentro di me nutrivo il grande, struggente desiderio di tornare a casa o di rivedere la mamma.
Lo ripetevo e lo facevo capire in tanti modi a tutti quelli che mi venivano vicini. Ma nessuno mi ascoltava, nessuno esaudiva la mia supplica.
Ho escogitato un mio ingenuo stratagemma per farmi arrivare la mamma: “Ho sete” e ripetevo soltanto “ho sete”… Ero certo che il bicchiere d’acqua me lo avrebbe portato la mamma.
Del resto a casa mi rivolgevo sempre a lei ed era solo lei ad offrirmelo con un sorriso di compiacenza e mai me lo faceva mai mancare. Ma. Ahimè, quella sera arrivava il bicchiere d’acqua, ma la mamma non veniva.
“Signora, il suo bambino ha pianto tutta la notte. Chiedeva da bere, ma non beveva e piangendo ripeteva “ho sete”.
Il mio bambino non beve se non è la mamma a dargli da bere. Il mio bambino lo conosco…Ad ogni necessità vuole sempre e solo la mamma. Più che del bicchiere d’acqua ha sete della mamma, vuole il sorriso della mamma.
Per ogni tuo desiderio ti auguro di essere incontentabile come me. Ogni tua sete non può essere saziata da niente e da nessuno: “Assetati, venite all’Acqua. Io vi ristorerò”.
Ciao da p. Andrea
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Ho sete di Te
Ogni tua sete non può essere saziata da niente e da nessuno: “Assetati, venite all’Acqua. Io vi ristorerò”