Umberto Eco

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Addio a Umberto Eco. Il mondo perde un pilastro della cultura contemporanea

Il celebre filosofo e semiologo, autore di bestseller come ‘Il nome della rosa’ e ‘Il pendolo di Foucault’ è scomparso ieri a 84 anni. Mattarella: “Uomo libero, di profondo spirito critico e grande passione civile”

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È morto ieri sera Umberto Eco, il celebre scrittore, filosofo, grande osservatore ed esperto di comunicazione e media, autore di romanzi indimenticabili come “Il nome della Rosa” e “Il pendolo di Foucault“. Aveva 84 anni.  Con la sua scomparsa il mondo perde uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei. La conferma della sua dipartita, avvenuta alle 22.30 di ieri nella sua abitazione, è stata data dalla famiglia a La Repubblica.
Da tutta Italia sono giunti messaggi di cordoglio, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato lo scrittore come “un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile”, un “protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale”. “Osservatore acuto, disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze – prosegue Mattarella – si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale”. Per il presidente del Consiglio Renzi, Umberto Eco è un “esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”.

Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, Eco era semiologo, filosofo e autore di numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre che di romanzi di successo. Tra questi il già citato “Il nome della Rosa“, uscito nel 1980 e diventato in breve tempo un bestseller internazionale con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue, una celebre trasposizione cinematografica con protagonista Sean Connery, e “Il Pendolo di Foucault“, del 1988.
Umberto Eco

Umberto Eco

Nel 1988, Eco aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Dal 12 novembre 2010  era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. L’ultimo suo libro, pubblicato nel 2015, proprio il giorno del suo compleanno, è stato Numero Zero, uscito per i tipi della Bompiani.
Figlio di un negoziante di ferramenta, in gioventù fu impegnato nella GIAC (l’allora ramo giovanile dell’Azione Cattolica) e nei primi anni ’50 fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell’AC (progenitore dell’attuale MSAC), incarico che abbandonò nel 1954. Come abbandonò pure la Chiesa cattolica dopo gli studi universitari su Tommaso d’Aquino. In una nota ironica, in seguito commentò: “Si può dire che lui, Tommaso d’Aquino, mi abbia miracolosamente curato dalla fede”. Sull’estetica di San Tommaso d’Aquino scrisse la sua tesi di laurea in filosofia, nel 1954, la cui estensione divenne poi un libro, pubblicato nel ’56, dal titolo Il problema estetico in San Tommaso.
I suoi studi proseguirono concentrandosi sull’analisi semiotica della cultura popolare contemporanea e all’indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico. Nel 1962, una nuova pubblicazione: Opera aperta, analisi di testi letterari in termini strutturalisti a partire da Ulisse di Joyce, poi nel 1980 “Il nome della rosa”, in mezzo, numerosi articoli e saggi, come ad esempio quello del 1979 Lector in fabula La struttura assente.
Le sue innovative teorie saggistiche e le sue teorie sulla ricerca semiologica e le sue interazioni suscitarono non poche polemiche, anche a livello internazionale. A tal proposito nel 2004 pubblicò La misteriosa fiamma della regina Loana, romanzo illustrato con foto di libri e riviste, manifesti, tavole di fumetti, risalenti alla fine anni ’30 fino alla guerra, descritti in base ai propri ricordi. Eco è stato anche autore di paradossali e ironiche pagine su aspetti minori della realtà raccolte in Diario minimo negli anni ’60, e successivamente sul settimanale l’Espresso con le “Bustine di Minerva”.
Una raccolta di queste ultime, dal 2000 a oggi, ”legate al tema della società liquida e dei suoi sintomi”, compongono il suo nuovo libro che uscirà quest’anno con il titolo di Pape Satàn Aleppe, edito dalla nuova casa editrice lanciata con Elisabetta Sgarbi, ‘La Nave di Teseo’.
[S.C.]
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ZENIT Staff

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