“Una sera dello scorso gennaio- ricorda commossa, Lucia- la nostra bambina più piccola, Laura di appena due anni, è stata vittima d’un incidente in casa. Subito al pronto soccorso; tutti i tentativi fatti per ridarle vita si sono rivelati inutili.
Ho sentito spezzarsi qualcosa di me, -continua Lucia – come mi portassero via parte della mia persona. Un dolore assurdo. E adesso toccava a me. Il dolore era enorme, ma mai sono stata colta dalla disperazione.
Nella stanza veniva in continuazione gente: commossa, pregava in silenzio. Si è creato un clima diverso, che quasi mi ha portato in una atmosfera di pace. Sia io che Simone, spezzati dal dolore, all’inizio non riuscivamo a pregare.
Poi, lentamente, grazie a questa folla di parenti e amici dei rispettivi movimenti ecclesiali, le parole del rosario si sono fate strada nel nostro cuore.
Piano piano siamo riusciti, in silenzio, ognuno ad accettare la scomparsa di Laura: la sentivamo viva, in un’altra dimensione.”
Ci siamo entrambi trovati d’accordo nell’offrire spontaneamente a Dio questa sofferenza per il grande raduno dei movimenti che ci sarebbe stato a Pentecoste, in piazza S. Pietro.
I giorni che precedettero il funerale sono stati intensi. Persone che dopo anni desideravano confessarsi, altri chiedevano di offrire la propria collaborazione. Tutto il paese sembrava diventare una sola famiglia. I canti sono stati preparati ed eseguiti dalla corale di CL che si è unita in un unico coro con quella del movimento dei focolari.
In questo funerale, chiamato “festa”, la piccola Laura dal paradiso è diventata motivo di comunione e di unità tra tutti.
Ciao da p. Andrea
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Il momento della prova
La preghiera porta luce anche nel buio della notte più profonda