Un’ampia schiera di diplomatici egiziani, africani e europei ha preso parte ieri al funerale di Boutros Boutros Ghali, ex segretario generale dell’Onu (il primo nato in Africa) dal 1992 al 1996, scomparso lo scorso 16 febbraio all’età di 93 anni.
Le esequie si sono svolte nella cattedrale copta del Cairo, celebrate dal patriarca copto ortodosso Tawadros II che ha ricordato il politico e diplomatico quale “uomo fedele alla sua nazione” che “ha difeso la pace in tutti i ruoli che ha assunto”.
Prima del funerale cristiano in cattedrale, si era svolto un tributo civile e militare alla figura di Boutros Ghali nell’area di una moschea della periferia cairota, alla presenza dello stesso Tawadros, del presidente egiziano Adel Fattah al Sisi e dello Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar. La bara del defunto avvolta nella bandiera egiziana, è stata poi trasportata nella cattedrale.
Di fede cristiana copta, Boutros Ghali era stato dal 1992 al 1996 il primo Segretario generale dell’Onu nato in Africa. La sua conferma alla guida dell’organismo internazionale per un secondo mandato era stata resa impraticabile a causa del veto espresso degli Stati Uniti.
Le esequie si sono svolte nella cattedrale copta del Cairo, celebrate dal patriarca copto ortodosso Tawadros II che ha ricordato il politico e diplomatico quale “uomo fedele alla sua nazione” che “ha difeso la pace in tutti i ruoli che ha assunto”.
Prima del funerale cristiano in cattedrale, si era svolto un tributo civile e militare alla figura di Boutros Ghali nell’area di una moschea della periferia cairota, alla presenza dello stesso Tawadros, del presidente egiziano Adel Fattah al Sisi e dello Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar. La bara del defunto avvolta nella bandiera egiziana, è stata poi trasportata nella cattedrale.
Di fede cristiana copta, Boutros Ghali era stato dal 1992 al 1996 il primo Segretario generale dell’Onu nato in Africa. La sua conferma alla guida dell’organismo internazionale per un secondo mandato era stata resa impraticabile a causa del veto espresso degli Stati Uniti.
