Karol Wojtyla e Anna-Teresa Tymieniecka

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Wojtyla e Anna-Teresa Tymieniecka, un'amicizia lunga 30 anni. Dziwisz: "Nessuna dietrologia maliziosa"

La Bbc riporta lettere e fotografie. Vaticano: “Non c’è da meravigliarsi, il Papa amico di diverse persone”. Vicariato: “Ogni scritto vagliato nel processo di canonizzazione”

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“Scherza coi fanti ma lascia stare i Santi”. Evidentemente la vecchia massima popolare non sarà mai giunta nella redazione della Bbc che, in questi giorni, è andata a ‘disturbare’ Giovanni Paolo II, a undici anni dalla sua morte e quasi due dalla canonizzazione, raccontando di un carteggio con la filosofa americana di origine polacca Anna-Teresa Tymieniecka.

Nulla di male considerando che da sempre Wojtyla ha intrattenuto rapporti epistolari con vecchi e nuovi amici, incluse donne. Come la psichiatra di Cracovia, Wanda Poltawska, a cui era legato da una profonda amicizia al punto di chiamarsi reciprocamente “fratello e sorella”, come lei stessa rivelava nel volume Diario di un’amicizia, pubblicato dopo la morte del Papa.

Ma nelle 350 lettere e nel materiale riesumato dal giornalista Edward Stourton nella Biblioteca nazionale di Polonia (acquistato per una grossa cifra dalla donna, morta nel 2014), e poi rilanciato dalla emittente britannica – che gli dedicherà un intero documentario dal titolo The Secret Letters of Pope John Paul II – si parla di un rapporto molto intimo tra il Papa e l’accademica, una donna sposata, durato circa 30 anni e definita dallo stesso Pontefice “un dono di Dio”.

Le prime lettere risalgono al 1973, quando Wojtyla era già arcivescovo di Cracovia, e risultano più “formali”; poi, con gli anni – l’ultima porta la data del 2005, pochi mesi prima della morte del Papa – sono divenute sempre più confidenziali. “Mia cara Teresa tu parli di essere separati, ma io non so trovare risposta a queste parole”, si legge ad esempio in una di queste carte.

O in quella del 1978, anno della sua elezione al soglio petrino, è scritto: “Ti scrivo dopo l’evento, in modo che la corrispondenza tra di noi possa continuare. Prometto che ricorderò tutto in questa nuova tappa del mio viaggio”. E ancora in una lettera del 1976, Wojtyla dice: “Già l’anno scorso stavo cercando una risposta a queste parole ‘io ti appartengo’, e finalmente, prima di lasciare la Polonia, ho trovato il modo, uno scapolare”, quale segno della “dimensione in cui ti accetto e ti sento dappertutto e in ogni genere di situazione, quando sei vicina e quando sei lontana”. 

Frasi che se, mal interpretate, possono dare spazio a malizie e ambiguità. Tanto che la stessa Bbc ha dovuto chiarire sul suo sito che “non c’è nessuna traccia che il Papa abbia rotto il suo voto di castità” e che l’amicizia risulta essere piuttosto un legame platonico. “Direi che sono stati più che amici ma meno che amanti”, ha commentato Stourton, lasciando intendere che, da quanto emerge nelle missive, la donna nutriva “intensi sentimenti” per il suo corrispondente, mentre il Papa avrebbe cercato di dare una direzione più amichevole al loro rapporto.

Tutto questo, incluso il carteggio, erano noti al Vaticano, come riferito all’Ansa dal relatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, padre Daniel Ols. In tutte le biografie autorizzate su Giovanni Paolo II risulta esserci infatti il nome della Tymieniecka.  

Da parte sua il Vicariato di Roma, invece, a ZENIT dichiara: “Tutto ciò che è previsto dal Diritto Canonico in materia è stato osservato scrupolosamente. Nel caso specifico, all’inizio del processo di beatificazione e canonizzazione di san Giovanni Paolo II tutti i possessori privati di scritti attribuiti al Servo di Dio sono stati invitati, attraverso un Editto e pubblicazioni varie, a trasmettere tali scritti al Tribunale competente, qualora non li avessero già recapitati alla Postulazione, e tutti quelli consegnati sono stati vagliati nel corso del processo”.

Lapidarie le reazioni Oltretevere. Prima fra tutte quella del cardinale Stanislaw Dziwisz, per 40 anni al fianco di Wojtyla come fido collaboratore e poi segretario particolare durante il lungo o pontificato, che in una lettera diffusa ieri dice: “Chi ha vissuto accanto a Giovanni Paolo II sa bene che non c’ è spazio per alcuna dietrologia maliziosa. Era libero e trasparente e non ha avuto alcun complesso perché era un uomo purissimo, capace di rispettare ogni persona e ogni situazione di vita. Questa è l’unica chiave di lettura con cui interpretare tutta la sua vita esemplare e santa”.

Greg Burke, neo vicedirettore della Sala Stampa vaticana, interpellato sulla vicenda dai giornalisti, ha invece precisato che “non c’è da meravigliarsi che Papa Giovanni Paolo II abbia avuto amicizie strette con diverse persone, sia uomini che donne. Nessuno quindi si può dire sconvolto da questa notizia”.

Karol Wojtyla conobbe la Tymieniecka quasi per caso, nel 1973, quando la donna cercò l’allora cardinale di Cracovia per un libro di filosofia che egli aveva scritto. Iniziò un’intensa corrispondenza, tanto che la Tymieniecka decise di partire dagli Stati Uniti dove si era trasferita  e sposata dopo aver sofferto l’occupazione nazista e tornare in Polonia per discutere della revisione di uno dei testi scritti da Wojtyla. Seguirono negli anni diversi incontri: a volte soli, a volte anche alla presenza dello stesso Dziwisz. Lo testimoniano le numerose fotografie ritrovate che ritraggono i due in montagna in tenuta da sci, durante una delle tanto amate gite del Santo Padre, o a Roma e nei corridoi del Vaticano intenti a chiacchierare.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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