L’emendamento chiamato “super-canguro” presentato dal sen. Marcucci si pone in chiaro contrasto con la Costituzione tanto sotto il profilo procedurale, quanto sotto quello sostanziale. Lo dichiara in una nota, il Centro Studi Rosario Livatino, con riferimento alla modalità di discussione attualmente in corso in Senato sul ddl Cirinnà.
“Sul piano procedurale – si legge nel comunicato – esso comprime gravemente, in contrasto con l’art. 72 Cost., il dibattito parlamentare, e continua a impedire ai senatori di esprimersi sul merito del ddl Cirinnà, dopo averne – per la prima volta nella storia parlamentare repubblicana – precluso l’esame nella Commissione parlamentare competente”.
Sul piano sostanziale, il ‘super-canguro’ “riproduce, se non aggrava, i vizi di legittimità costituzionali presenti nel testo del ddl Cirinnà”, denunciati nell’appello contro la sua approvazione proposto dal Centro studi Rosario Livatino, firmato da circa 600 giuristi.
Tali vizi sono aggravati “sia per il rilievo pubblico e l’equiparazione delle unioni omosessuali alla famiglia, la cui infungibile funzione sociale viene così gravemente misconosciuta, sia per la violazione del superiore interesse del minore determinato dall’introduzione, mediante la stepchild adoption, di progetti omogenitoriali nell’ordinamento italiano”.
Augurando che, “come non è accaduto per il voto sul non passaggio all’esame, prevalgano il diritto e il buon senso e non la forzatura ideologica”, il Centro studi Livatino, auspica che “l’emendamento in questione sia dichiarato inammissibile, e che nell’ipotesi che sia invece messo in votazione, quest’ultima avvenga in modo segreto, ai sensi dell’art. 115, c. 4 del Regolamento del Senato, essendo in gioco gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione”.
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Ddl Cirinnà: secondo il Centro Studi Livatino, il “supercanguro” è incostituzionale
L’esclusione dell’esame nella Commissione parlamentare competente, è giudicata illegittima “tanto sotto il profilo procedurale, quanto sotto quello sostanziale”