Scrive Lucia, nella sua “Quarta Memoria”: «La seconda (apparizione dell’Anelo) dovette essere in piena estate, in quei giorni di maggior calore in cui rientravamo a casa con le nostre greggi a metà mattina, per uscire di nuovo sul tardi. Andavamo dunque a trascorrere le ore della siesta all’ombra degli alberi che circondavano il pozzo già più volte ricordato. All’improvviso, vedemmo lo stesso Angelo vicino a noi.
– Cosa fate? Pregate! Pregate molto! I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo orazioni e sacrifici.
– Come dobbiamo sacrificarci? – domandai.
– Di tutto quello che potete, offrite un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirate cosi sopra la vostra Patria la pace. Io sono il suo Angelo Custode, l’’Angelo del Portogallo. Soprattutto, accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi manderà -.
Queste parole dell’Angelo s’impressero nel nostro cuore come una luce che ci faceva capire chi era Dio, come ci amava e voleva essere amato; il valore del sacrificio e quanto Gli era gradito, come in attenzione ad esso, convertiva i peccatori…».
Certo, i disegni di Dio sono diversi dai nostri, le sue vie non sono le nostre vie… Chiunque avrebbe lasciato in pace quei tre bambini, probabilmente intenti ai loro infantili giochi quotidiani o assorti nei loro pensieri di fanciulli. L’Angelo, invece, interviene, improvvisamente: li richiama alla loro missione. Dio ha disegni di misericordia su di loro: e la Volontà di Dio, nei loro confronti, si farà sempre più esigente, fino al totale sacrificio della loro vita. Francesco morirà, non ancora undicenne, il 4 aprile del 1919; Giacinta lo seguirà in cielo il 20 febbraio del 1920 (data della loro festa, dopo la beatificazione del 13 maggio 2000). Entrambi offriranno incessantemente al Signore atti di amore e di adorazione, rendendosi -come si dice, nella tradizione cristiana- “vittime” per la salvezza del prossimo. Lucia visse la dimensione del servizio alla Chiesa e nella Chiesa per lunghi anni (morì quasi centenaria a Coimbra, il 13 febbraio 2005), attraverso la sua Consacrazione nella Vita Religiosa.
Su di loro il Signore ha avuto un progetto particolarissimo: il torrente incessante di grazie, che da Fatima si è esteso e continua a estendersi a tutta la Chiesa e a tutto il mondo, è passato per il cuore di quei tre fanciulli. Le grandi opere di Dio hanno sempre la connotazione dell’umiltà, il “marchio” della povertà discreta, il “sigillo” della semplicità e si sostengono sempre sulle stesse umilissime basi. La grandezza di quelle manifestazioni celesti ha ottenuto l’approvazione della Chiesa anche per la credibilità di quei tre privilegiati testimoni e per la santità della loro vita.
Dio ha disegni di misericordia su di noi, su ciascuno di noi. La misericordia non è semplicemente uno “sconto” che riceviamo, per la generosità del donatore: Dio, piuttosto, ci coinvolge nella sua logica.
È una grazia quando il Signore ci provoca con la sua Parola, quando mette alla prova la sincerità del nostro amore con un ostacolo imprevisto, con una difficoltà improvvisa. È una grazia la vicinanza e “il peso” di una persona noiosa, di un incontro che rimanderemmo a tempo indeterminato, di un lavoro che non avremmo proprio voglia di fare. Dio sollecita la nostra generosità, vuole che finalmente iniziamo a somigliargli nella dimensione della gratuità.
Un predicatore, terminando gli Esercizi Spirituali, chiudeva con questa riflessione: supplisci tu, con il tuo amore, all’amore che ti è stato negato (per una offesa ricevuta, per una incomprensione, per una parola cattiva che ti ha ferito). Questo fa il Signore con noi: la sua Misericordia si estende su di noi, peccatori, spesso ingrati e indifferenti, incapaci di accorgerci del Bene che ci è donato ogni istante. Cristo, dalla Croce, manifesta il vertice di questa “attitudine” -propria di Dio- che all’odio replica con il perdono, addirittura intercedendo presso il Padre per i suoi crocifissori, giustificandoli: “Perdonali, non sanno quello che fanno”.
Nell’Anno della Misericordia non siamo solo “fruitori di indulgenze” e di grazie: siamo collaboratori di Dio, associati a Lui, a Maria Santissima, ai Santi, alla Chiesa per immettere nel mondo un torrente di amore, dove sembra trionfare il vuoto e la insignificanza della vita. Le “opere di Misericordia” rendono concreta, tangibile, incarnata la Carità di Cristo, oggi.
I “segni dei tempi”, i segni del nostro tempo, sono le grandi sfide che ci attendono, in campo morale e sociale; sono le inesauribili manifestazioni (ordinarie e straordinarie) della carità di Dio verso di noi; ma sono anche la nostra partecipazione viva, fedele, filiale alla logica di Dio, che capovolge i criteri del mondo e ci chiama a essere promotori di Misericordia, là dove viviamo, ogni giorno.
Khalil Assi
“Dio ha disegni di misericordia su di voi”
Una riflessione in vista del centenario delle “apparizioni dell’Angelo” a Fatima