Cardinal Pietro Parolin

Catholic Church England and Wales

Parolin: “Il Papa in Messico come un ‘buon samaritano’”

Per il segretario di Stato, l’imminente visita pastorale avrà una “forte dimensione mariana” e metterà in primo piano i temi di giustizia sociale e di lotta a corruzione e criminalità

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L’incontro tra papa Francesco e il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, è un “grande segno di speranza” ed avrà un “grande impatto” non solo sul cammino ecumenico ma, in generale, sul “mondo” e sulla “società attuale”. Ne è convinto il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin che, in un’intervista rilasciata al Centro Televisivo Vaticano, si è soffermato sull’imminente visita pastorale in Messico che seguirà lo storico incontro.
È auspicabile che il Santo Padre nei prossimi giorni toccherà i consueti temi della “misericordia”, della “giustizia”, della “pace” e della “speranza”, mettendo anche in risalto la “forza della fede” del popolo messicano, la sua “straordinaria cultura”, a partire da quella indigena, oltre che la sua “straordinaria devozione mariana”.
Secondo il Segretario di Stato, il Pontefice, con schiettezza, parlerà anche nel parlare di “povertà”, di “criminalità” e di “narcotraffico” e potrebbe tornare sui punti già affrontati nel 2012 da Benedetto XVI, che, all’epoca, si soffermò sulla “dignità della persona” e della “libertà religiosa”, assai sentito in un paese che ha sofferto un “forte laicismo che e non ha permesso di sviluppare una relazione serena con la Chiesa”. In tal senso, Parolin ha sottolineato l’importanza del discorso previsto al Palacio Nacional, sede del presidente della Repubblica Messicano, per la prima volta reso accessibile a un Papa.
Il viaggio, aggiunge il porporato, avrà una “forte dimensione mariana”, poiché, com’è noto, “la Madonna di Guadalupe è proprio al centro e nel cuore della storia e della vita dei messicani”. Il messaggio di speranza della Vergine – quando dice al veggente San Juan Diego: “Perché hai paura? Non sono qui io, che sono tua madre” – è rivolto al paese, “a tutta l’America Latina” e, in un certo senso, “a tutto il mondo, in queste circostanze così difficili e tante volte drammatiche in cui si trova a vivere”.
L’annuncio della Misericordia, sarà portato dal Papa a “tante categorie di persone”, dai “politici” ai “popoli indigeni”, passando per le “famiglie”, i “giovani”, il “mondo del lavoro”, il clero e i religiosi.
In Messico, Bergoglio troverà una Chiesa che già si sta impegnando molto contro la “corruzione”, il “narcotraffico”, la “violenza”, la “criminalità”, che “impediscono al Paese di procedere speditamente sulla via del progresso materiale e spirituale”. Secondo il cardinale Parolin, “annunciare il Vangelo” è “la forma migliore per combattere contro tutti questi fenomeni negativi”.
Sulle “piaghe” di questo paese, il Santo Padre si chinerà “come un buon samaritano” e la sua misericordia non è per “giustificare il male”, quanto un “prendersi a cuore queste situazioni negative e invitare le persone a lottare contro questi fenomeni e soprattutto a cambiare il cuore”.
Un ultimo cenno, il Segretario di Stato l’ha fatto all’incontro con il patriarca di Mosca, un “grande segno di speranza”, che incoraggia a costruire “sempre più dei rapporti di intesa, di incontro, di dialogo”.
Da parte dei due leader religiosi, c’è quindi una “volontà di intesa e di incontro, in modo tale da contribuire insieme sia al cammino ecumenico sia al livello più generale del mondo e della società attuale”.
[L.M.]

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ZENIT Staff

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