Un giurista e un politico, ma soprattutto un uomo che ha vissuto la fede in modo articolato, convinto della forza del Vangelo posto al centro della propria vita: Vittorio Bachelet, assassinato dalle Brigate Rosse nel 1980. Una grande personalità della storia d’Italia del Novecento alla quale Rai Cultura – in occasione dei 90 anni dalla nascita – dedica la puntata di Italiani, il programma con Paolo Mieli in onda su Rai Storia.
Il documentario, firmato da Antonia Pillosio, è andato in onda ieri, martedì 9 febbraio, e sarà replicato la prossima domenica 14 febbraio alle 17. È realizzato partendo da alcuni spunti biografici inediti suggeriti da Matteo Truffelli, attuale presidente di Azione Cattolica, e da Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia (all’epoca sua assistente universitaria).
“Sia nella sua opera di giurista, che nel suo impegno con le istituzioni del nostro paese – ricorda Bindi – ha un unico grande punto di riferimento: la Costituzione Italiana. La sua opera scientifica da giurista è mossa dalla sua preoccupazione di scrivere i principi della Costituzione nel tessuto vivo della vita del nostro paese. Possiamo dire che questa luce lo guida anche nell’impegno con il Consiglio Superiore della Magistratura e affermare questi principi in un tempo in cui il potere dello Stato è sotto attacco per il terrorismo è sicuramente più faticoso. Ma Vittorio Bachelet ci riesce e al Consiglio Superiore della Magistratura, che era iniziato con una spaccatura, darà invece una unità, che era stato capace di realizzare in tutti gli impegni della sua vita”.
Nel documentario, il figlio Giovanni Bachelet racconta invece alcuni momenti della loro vita famigliare, ma sottolinea soprattutto come “gli anni di piombo erano tempi difficili, tempi in cui il nostro Paese ha resistito con vittime e dolori, ha resistito all’attacco terroristico, all’attacco mafioso e alla tentazione di abbandonare le libertà fondamentali che allora parecchi proponevano di abbandonare”. “Mio padre – dice – non ha voluto una scorta e anche quando gli fu offerta, dopo la morte di Moro, diceva ‘io non sono in guerra con nessuno, se non volessi fare più questo lavoro io mi dimetterei’”.
In primo piano la vita di Vittorio Bachelet e la storia di Azione Cattolica di cui diviene presidente a soli 38 anni. Ma ciò che più stupisce è la morte: il suo assassinio da parte delle Brigate Rosse quel tragico 12 febbraio 1980 ha provocato in tutti, oltre che nel mondo cattolico, riflessioni profonde sul senso della vita. Il documentario è dunque l’occasione per ricordare alcuni dei decenni più drammatici e ricchi di avvenimenti nella storia moderna della Chiesa, dell’Italia e del mondo.
Il tutto arricchito dai contributi delle Teche Rai, dell’Archivio dell’Istituto per la storia di Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia e di Rai Quirinale, con le immagini dell’omaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso alla sua memoria all’Università La Sapienza nella sua prima uscita pubblica l’anno scorso.