Lettura
Da questi versetti del Vangelo di Marco veniamo a sapere, in modo sommario, dell’attività di Gesù. Egli attraversa il lago in barca con i suoi discepoli, scende a terra e giunge a Gennèsaret, città a nordovest del lago. Lì accorrono numerose persone che conducono i malati da Gesù e gli chiedono di poter toccare “almeno il lembo del suo mantello”.
Meditazione
Se Gesù passasse oggi, magari a Piazza San Pietro, come fa il Papa, la maggior parte dei presenti tenterebbe probabilmente di fotografarlo e, ancor più di “farsi un selfie” insieme a Lui. Inquadrarsi, inquadrare se stessi con qualcuno di importante, fissare quel momento è il massimo a cui si aspira oggi. Non è l’esperienza in sé che conta, quanto piuttosto il poter documentare quell’esperienza. Una volta si scriveva il diario per raccogliere i momenti più salienti del giorno, o si sfogliavano le foto dei momenti significativi della propria vita. Oggi viene scattata una foto quando con questa si può aumentare la propria importanza, davanti a se stessi e soprattutto davanti agli altri. Quanto è diversa la gente che incontra Gesù! La gente va da Gesù non per scattare una foto, ma per portare da lui chi ha veramente bisogno di essere guarito. È la salvezza – fisica e spirituale – che viene cercata. E chi arriva dà la precedenza ai malati, a chi ha più bisogno. Per questi bisognosi la gente supplica che possano almeno toccare il mantello del Maestro! Quanto potremmo imparare da quella generazione di uomini e donne che ha incontrato Gesù vicino al lago, in quei giorni. Essi ci mostrano che non è l’apparenza che conta, ma la sostanza che viene cercata. Pregano non per se stessi, ma piuttosto per la salvezza dell’altro, la salvezza per il familiare, l’amico… Se vogliamo rivedere miracoli e conoscere la salvezza, dovremmo cambiare: non mettere noi stessi al primo posto – magari passando sopra a chi è più debole di noi – ma lasciando quel posto a chi ne ha bisogno. La vita di oggi sembra una brutta lotta in cui vince chi sgomita di più. Ma abbiamo dimenticato che la vittoria sarà degli ultimi? Lui, il Signore, ci ha tutti sul suo “schermo”, siamo tutti iscritti nel suo cuore. Non ci dimentica. Mettiamo anche noi sullo schermo del nostro cellulare non noi… ma il Signore, e ancora di più, mettiamo nel nostro cuore i suoi insegnamenti.
Preghiera
Signore, io amo la parola “io” e voglio che tutti mi vedano, mi apprezzino, mi amino… voglio essere in prima fila! Tu, invece, hai occhi per gli ultimi, i malati, quelli che non ce la fanno. Aiutami, Signore, ad oppormi alla logica di questo mondo, e a imparare da te.
Agire
Proviamo a “fare una foto” con Gesù, avvicinandoci a lui con il cuore, magari nella persona di un malato, un barbone, o anche solo un collega poco apprezzato. Facciamoci un selfie con qualcuno meno fortunato, forse un giorno sarà il nostro lasciapassare per il Cielo.
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Lasciapassare per il Cielo
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 6,53-56