Cast i Duellanti (Foto Giorgio De Camillis)

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I duellanti: anteprima all'Accademia della Scherma

Alessio Boni è il mattatore in una pièce “nata per caso” in scena al Quirino, il prossimo 23 febbraio

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A pochi passi dal Pantheon, nel tempio della scherma romana sin dal 1878 l’Accademia d’armi Musumeci Greco, Alessio Boni e tutto il cast de I duellanti presentano la pièce alla presenza del padrone di casa, il maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, prima del debutto romano, in programma il 23 febbraio al Teatro Quirino.
Una sala gremita – anche se di domenica mattina e col tempo uggioso – per saperne di più su uno spettacolo, che alla passione del teatro unisce quella per le spade, accomunando così un pubblico eterogeneo, di tutte le età ed estrazione sociale.
A breve, l’11 febbraio, la prima nazionale al teatro La Pergola di Firenze, dopo l’esordio di successo al Festival di Spoleto. “Una pièce nata per caso – racconta Alessio Boni – da una cena tra amici, con Marcello Prayer, Roberto Aldorasi e con il drammaturgo Francesco Niccolini, che ha proposto quest’idea di trasporre I duellanti di Joseph Conrad e così, quasi per gioco, ci siamo approcciati alla drammaturgia”.
“Un progetto nato da una genesi di gruppo – spiega il regista e attore – dove ognuno ha potuto apportare la propria esperienza, essendo regista nel proprio ambito”. Comunque, resta un’idea davvero ambiziosa, tratta dal racconto di Joseph Conrad I duellanti del 1908 e ispirata al film omonimo di Ridley Scott del 1977, premiato con la Palma d’Oro e il David di Donatello.
Dopo un così prestigioso antecedente, in molti erano scettici sulla trasposizione teatrale, ma Boni ha, invece, dimostrato che “più si analizza il racconto, più ci si rende conto di quanto sia un’opera davvero teatrale”.
Ovviamente, nessun dettaglio è stato lasciato al caso, tante sono state le prove e anche la preparazione tecnica sulla sciabola, affidata al maestro Renzo Musumeci Greco, docente di scherma presso il centro di Cinematografia di Roma, che già in precedenza aveva lavorato con Alessio Boni, nella miniserie Il Caravaggio, del 2007.
“Lavorare con degli amici è stato un vero piacere – afferma Musumeci – spesso con il maestro d’armi s’instaura un rapporto profondo , come con un confessore. La realizzazione, però non è stata facile, sono serviti due mesi di allenamento intenso, con sciabole pesanti, per un risultato finale davvero straordinario, con parate di VI e VII,  da manuale”.
La storia de I duellanti è il racconto di due avversari, entrambi tenenti dell’armata napoleonica – l’uno nobile e pacato, Armand D’Hubert – interpretato da Alessio Boni – l’altro Gabriel Feraud, di umili origini e dal sangue caldo – Marcello Prayer – che per 15 anni, dall’inizio dell’Ottocento fino alla caduta dell’impero napoleonico si rincorreranno e sfideranno, a cicli alterni, in un duello senza fine. Lo storico della letteratura e “sciabolatore” Vittorio Maria De Bonis conferma che si tratta di “un monologo a due voci, tra due caratteri opposti, ma speculari. In scena: il mito e l’ossessione del doppio, ma anche l’onore e l’amore autentico, in grado di scardinare le difese di qualunque uomo”.
Due nemici, ma in realtà due facce della stessa medaglia, speculari e in interdipendenti: “Dubert salverà Feront, perché così potrà salvare una parte di sé”, declama lo storico.
Una pièce che appunto non rappresenta soltanto il rimpianto per la fine del mondo napoleonico e dei suoi valori, ma anche la fine della giovinezza. La vera sfida per i protagonisti è appunto superare la linea d’ombra che separa il mondo adulto da quello fanciullesco, “sfidare il proprio fight club privato”, fino a diventare uomini consapevoli. Maturi.
Un messaggio profondo, eticamente valido, che riecheggia un codice d’onore, rintracciabile ormai soltanto nella fiction e nello sport, soprattutto quelli d’antica tradizione cavalleresca, come la scherma.

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Rita Ricci

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