L’incontro, il primo nella storia, tra il Papa di Roma ed il Patriarca di Mosca, annunciato ieri in Vaticano, ha una valenza che va ben oltre gli aspetti religiosi. Secondo quanto dichiarato all’agenzia di stampa Tass, Anatoly Krasikov, Direttore del Centro Studi per Religione e Società, dell’Istituto di Studi Europei dell’Accademia delle Scienze della Russia: “Il mondo sta andando dritto verso uno scontro globale da Terza Guerra Mondiale e tutti gli altri problemi si muovono in questo contesto”.
Per questo motivo l’incontro tra Papa Francesco ed il Patriarca Kirill assume una rilevanza epocale. Krasikov, che è un esperto in affari religiosi, già corrispondente della Tass a Roma, ha raccontato di aver parlato con il cardinale Loris Capovilla, segretario dell’indimenticabile San Giovanni XXIII.
Capovilla avrebbe detto che già Roncalli intervenne nella crisi di Cuba per impedire la guerra tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. L’incontro tra Papa Francesco e Kirill va nella stessa direzione, ovvero impedire lo scontro e favorire la pace.
Che l’incontro tra il Vescovo di Roma con il Vescovo della ‘Seconda Roma’ possa risolvere i problemi di tensione a livello internazionale è parere diffuso. Intervistato sempre da Tass venerdì scorso, il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani ha sottolineato l’importanza “che questo incontro avvenga adesso, proprio quando ci sono così tanti problemi che affliggono il mondo” “Si tratta di un passo rilevante che va nella direzione di una riappacificazione tra le due Chiese” ha aggiunto Kasper.
Dal punto di vista storico la Chiesa russa fa risalire la sua origine cristiana al 988, quando il principe Vladimir I di Kiev venne battezzato. Come raccontato dal “manoscritto Nestoriano” il principe Vladimir stava riflettendo su quale fosse la migliore religione per il proprio regno. Inviò dei messi nei regni confinanti per conoscere e farsi relazionare sulla varie religioni.
Si convinse che il cristianesimo fosse la migliore religione perché i suoi inviati gli raccontarono della celebrazione di una messa alla Hagia Sophia di Costantinopoli, spiegando: “Noi non sapevamo se fossimo in cielo o sulla terra”. La conversione alla religione cristiana di rito greco ortodosso portò alla fondazione della Provincia ecclesiastica sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli.
Nel 1054 però ci fu il Grande scisma tra cristiani di Oriente e di Occidente, con reciproche scomuniche tra Cattolici e Ortodossi. Nel 1274 a Lione e nel 1438 a Firenze si tentò la riconciliazione, che fallì. Negli anni a seguire la Chiesa Ortodossa si divise in vari gruppi nazionali. La Chiesa Ortodossa Russa si staccò da quella di Costantinopoli nel 1589. Nel 1967 Paolo VI incontrò il Patriarca di Costantinopoli Atenagora e le reciproche scomuniche vennero cancellate.
Nel corso dei loro pontificati, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno cercato di stringere i rapporti con il patriarcato di Mosca, ma problemi diversi hanno ritardato l’incontro. Con il pontificato di Papa Francesco tutto si è accelerato. Già il 12 novembre del 2013 il Pontefice argentino ha incontrato il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Poi l’incontro con Vladimir Putin nel 2013 e nel 2015. Fino all’annuncio di ieri.
Diversi i punti di convergenza tra il Papa e il Patriarca: la difesa dei cristiani perseguitati, in particolare nelle regioni mediorientali; il comune impegno per il riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa; la preoccupazione condivisa per i matrimoni; le adozioni di bambini e l’affitto degli uteri da parte di famiglie omosessuali. A ciò si aggiunge la preoccupazione comune per il dilagare delle azioni terroristiche da parte di gruppi fondamentalisti.
E’ evidente che le buone relazioni ed eventuali dichiarazioni comuni tra Cattolici e Ortodossi solleverebbe l’Europa dalla situazione di crisi in cui si trova. Il Vecchio Continente è oppresso dall’inverno demografico, ferito da azioni terroristiche, destabilizzato dalla pressione di grandi flussi migratori, indebolito dalla crisi economica. Schiacciato dalla competizione tra America e Asia.
La possibilità di una ritrovata armonia e collaborazione tra Cattolici e Ortodossi, ridarebbe forza all’Europa cristiana, favorendo anche un processo di pacificazione e sviluppo di dimensioni planetarie. A questo proposito la Tass riporta le dichiarazioni di Alexei Makarkin, già direttore generale del Centro per le Politiche Tecnologiche ed attuale direttore dell’agenzia di stampa russa a Roma, secondo cui le buone relazioni tra il Vaticano ed il patriarcato di Mosca potrebbero avere una grande influenza per impedire la persecuzione dei cristiani che si stanno verificando nei paesi del Medio Oriente, nel Nord e nel Centro Africa.
Da parte sua l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeyev, ha sottolineato che l’incontro tra il Papa ed il Patriarca potrebbero dare un importante contributo alla civiltà.
Un incontro per evitare la terza guerra mondiale
L’agenzia di stampa russa Tass spiega l’importanza strategica e religiosa dell’incontro tra Francesco e il Patriarca Kirill