“Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, ‘l’apostolato dell’ascolto” Lo ha detto stamane Papa Francesco ricevendo in udienza i Gruppi di preghiera di Padre Pio, insieme ai dipendenti della Casa Sollievo della Sofferenza e ai fedeli dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, giunti numerosissimi a Roma in occasione della traslazione del corpo del Santo e del suo confratello Leopoldo Mandic.
Salutato le decine di migliaia di fedeli persone che affollavano piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che attraverso la confessione San Pio è diventato “una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace”. Il frate cappuccino “non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore”.
San Pio, ha aggiunto il Pontefice, “si dissetava continuamente da Gesù Crocifisso, e così diventava un canale di misericordia” Egli “ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore” accogliendo, condividendo e affidando al Signore le sofferenze delle persone che incontrava. “In questo modo – ha sottolineato il Papa – la sua piccola goccia è diventata un grande fiume di misericordia, che ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo”.
Il Pontefice si è quindi rivolto direttamente ai Gruppi di preghiera che san Pio indicava come “vivai di fede, focolai d’amore”. La preghiera, ha rimarcato infatti Francesco, “è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità”. Una “forza che muove il mondo” che “spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza”, come disse san Pio.
Dunque preghiera “non è una aspirina”, cioè “un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve”, ha spiegato Bergoglio, bensì, come amava dire Padre Pio, “la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio”. “La preghiera – ha aggiunto il Papa – È la più grande forza della Chiesa, che non dobbiamo mai lasciare” altrimenti – ha precisato – “si rischia di appoggiarsi altrove: sui mezzi, sui soldi, sul potere; poi l’evangelizzazione svanisce e la gioia si spegne e il cuore diventa noioso”.
“Volete avere un cuore gioioso? “ ha chiesto il Papa alla gente, e al “Sì!”collettivo ha esortato: “Pregate! Questa è la ricetta”. Poi ha ricordato che i Gruppi di preghiera di Padre Pio sono come “centrali di misericordia” che illuminano il mondo con la luce di Dio e scaldano con l’energia dell’amore alla Chiesa.
Insieme ad essi c’è la “Casa Sollievo della Sofferenza”, che – ha detto Papa Francesco – non è soltanto un eccellente ospedale, ma un “tempio di scienza e di preghiera”. Perché, come affermava Benedetto XVI, “gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta. Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione del cuore”.
Perciò il Santo Padre ha ribadito che è importante “curare la malattia, ma soprattutto prendersi cura del malato”. Tanta gente e tanti malati, – ha soggiunto – “hanno bisogno che si dicano loro parole, che si diano carezze, che diano loro forza per portare avanti la malattia o andare incontro al Signore”.
In conclusione il Pontefice ha invocato la grazia di “riconoscere la presenza di Cristo nelle persone inferme e in coloro che soffrono; come ripeteva Padre Pio, ‘il malato è Gesù’. Il malato è Gesù. E’ la carne di Cristo”.
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Il Papa: "La bellezza del perdono è la scienza della Misericordia"
Incontrando i Gruppi di Preghiera di Padre Pio in piazza San Pietro, Francesco ricorda la figura del frate di Pietrelcina quale “apostolo dell’ascolto” e “servitore della Misericordia”