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Fantasiose attenzioni

Apro la mia bocca, avido del suo amore e pronto alla sua volontà, “mio e tuo cibo nutriente”

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Terzo di otto fratelli, potevo vedere la mamma imboccare il più piccolo e osservare i vari modi con cui lei lo sapeva fare.
Ricordo che la penultima della nidiata, soprattutto nei periodi di irrequietezza, creava qualche problema alla mamma, quando se la metteva seduta sulle ginocchia.
Come sa fare una mamma, se la coccolava ben bene fino a calmarla in preparazione dei bocconcini. Rimaneva spesso a lungo con il cucchiaino sollevato, in attesa che quella boccuccia si aprisse e gli occhietti fissassero attentamente la mano benefattrice.
Le sorrideva, canticchiava una filastrocca ripetuta in vario tono,le trasmetteva la calma e le risvegliava la consapevolezza di essere amata. Finalmente l’affamata rispondeva con un sorriso.
In quella boccuccia aperta dal sorriso, prontamente la mamma poteva infilare il bocconcino. Lo faceva dopo averlo assaggiato, emettendo il verso caratteristico che garantisce la bimba che al mondo non c’è niente di più buono e gustoso.
La fatica della mamma era causata dagli occhietti svagati della piccola che si appoggiavano su tutto e su tutti e la distoglievano dalla piena collaborazione.
Totale è la mia collaborazione con Dio che mi nutre, se totale è la mia disponibilità alle sue fantasiose attenzioni.
E’ allora che apro la mia bocca, avido del suo amore e pronto alla sua volontà, “mio e tuo cibo nutriente”. “Apri la tua bocca – ti chiede Dio in un salmo – te la voglio riempire”.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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