L’Associazione Segretariato Sociale per la Vita Onlus è molto più di un centro di aiuto alla vita. È un organismo di sostegno alla maternità difficile a 360 gradi, che, in coordinamento con soggetti come i consultori o le case-famiglia, si prefigge, anche per mezzo di corsi di formazione, di costruire una vera e propria cultura della vita, andando controcorrente rispetto alla mentalità dominante.
In occasione della prossima Giornata per la Vita, in programma domenica 7 febbraio, il Segretariato, oltre a svolgere la consueta promozione nell’ambito delle parrocchie, metterà il sigillo a un’iniziativa già avviata: lo sportello di ascolto per le donne che hanno abortito e soffrono tremendamente il rimorso di tale scelta.
A colloquio con la responsabile operativa Patrizia Lupo, ZENIT ha illustrato le attività del Segretariato che lo scorso anno ha compiuto 30 anni di attività, nel corso dei quali sono state accolte oltre 14.500 mamme e oltre 3000 bambini sono stati salvati dall’aborto.
Dottoressa Lupo, quali sono le finalità del Segretariato per la Vita?
La struttura è nata nel 1985, con l’originaria funzione di “banca dati”, da cui la definizione di “segretariato sociale”. L’intenzione era quella di favorire il lavoro dei centri di aiuto alla vita e di strutture come i consultori familiari, di modo che, se ci fosse stata la necessità di aiutare una mamma in difficoltà, si sarebbe potuto trovare subito una casa-famiglia o comunque determinare una rete di solidarietà tra strutture pubbliche e private, proprio per favorire l’accoglienza alla vita nascente. Successe, però, che il primo vero centro di aiuto alla vita di Roma, situato in via Collazia, andò in crisi e, nonostante il nostro aiuto e sostegno, dovette chiudere. Ci trovammo dunque ad ereditare questa responsabilità nell’accoglienza della vita nascente, venendo a contatto diretto con mamme in difficoltà che volevano ricorrere all’aborto.
Quante donne avete accolto in questi 30 anni e quanti bambini avete salvato?
Dal 1985 a oggi abbiamo lavorato per più di 14.500 donne, tra cui gestanti che volevano abortire o, in altri casi, in condizioni di particolare indigenza economica. Negli anni, ci siamo trovati a contrastare altre forme di minaccia alla vita nascente, come la contraccezione abortiva, e anche a diffondere l’uso di metodi di regolazione naturale della fertilità. Ci siamo poi occupati della fecondazione artificiale, con tutto quello che questa comportava, fino alle conseguenze fisiche e psichiche del post-aborto. Abbiamo sempre avuto un orizzonte operativo abbastanza ampio che ci ha portato a lavorare anche per la formazione di nuovi centri di aiuto alla vita nei dintorni di Roma, dove ce n’era più bisogno: Velletri, Tor Lupara, Tivoli, Marino, Latina. Abbiamo anche formato ostetriche e medici.
Fino al 2014, le donne sul punto di abortire che abbiamo accolto, sono state più di 6500, delle quali più di 3000 hanno portato a termine la gravidanza. Le donne che arrivano da noi, lo fanno quasi sempre dietro segnalazione di medici o di organi come i consultori familiari; spesso anche per passaparola. Un risultato che dovrebbe far riflettere sull’importanza di questi servizi e sulla necessità di una collaborazione tra strutture di questo tipo, con un personale adeguatamente formato. Ciò significherebbe lavorare per la prevenzione dell’aborto ed avere anche più risultati. Non sempre, infatti, viene svolta un’adeguata dissuasione dalla scelta per l’aborto.
Che rapporti umani e che legami emergono con le donne che beneficiano del vostro servizio?
L’aspetto umano è certamente quello più importante: senza di esso non si potrebbe portare avanti questo lavoro. C’è una fede che spinge a lavorare in un campo che, da un lato, è gratificante, dall’altro, però, presenta tantissimi ostacoli da superare, primo tra tutti il dover andare controcorrente, sfidando una cultura odierna che è tutt’altro che a favore della vita e della famiglia. Ciò che stimola il nostro operato è credere nella sacralità della vita umana, nel suo valore infinito, fin dal concepimento. È quello che noi, attraverso il nostro lavoro, vogliamo sia fare che testimoniare. Noi cerchiamo di creare un rapporto diretto e familiare di condivisione, dove l’accoglienza concreta è una delle caratteristiche. Accogliamo, ad esempio, molte donne nigeriane, con le quali c’è un rapporto molto bello, anche se difficile, per la diversità di cultura. Queste donne, spesso, vivono drammi come la prostituzione, vengono maltrattate, perché si rifiutano di abortire, sono costrette ad arrangiarsi come possono, perché vogliono essere madri e la povertà non consente loro di avere una famiglia. Con queste nigeriane c’è un rapporto molto affettuoso: poche parole (il loro italiano è stentato) ma tanta gratitudine. Ci dicono: “grazie, senza di voi mio figlio non ci sarebbe stato”. Sono felici anche quando vivono alla giornata o sono state abbandonate dal compagno.
Con alcune di queste ragazze abbiamo un rapporto che dura da anni, perché non solo c’è stato l’accompagnamento nel momento del bisogno ma anche la condivisione, il mettersi l’uno accanto all’altro. Decidere di avere un figlio dopo aver pensato di abortire, con tutto quello che comporta, le gioie, i fallimenti, le preoccupazioni, le paure, sono tutte cose che legano indissolubilmente; un figlio segna la storia di una coppia, di una madre, di un padre. Con alcuni di questi genitori nasce qualcosa di più e magari diventano collaboratori, c’è chi dà una testimonianza, chi un aiuto. Un’altra delle cose positive è che molte di queste donne diventano esse stesse portatrici di vita, spesso accompagnando da noi altre donne, amiche che si trovano anche loro a dover decidere in modo doloroso se avere un figlio o no. Tutto questo per noi è un grande risultato perché significa non solo aver salvato una vita ma anche aver creato una cultura della vita e della solidarietà, aver cominciato ad identificare una civiltà dell’amore.
Domenica prossima avrà luogo la Giornata Nazionale della Vita, sul tema La misericordia fa fiorire la vita. Come la vivrete?
Come ogni anno saremo presenti in molte parrocchie – 27 per l’esattezza, tra cui San Valentino al Villaggio Olimpico, dove abbiamo sede – animando le messe e distribuendo materiale. Proprio perché è l’Anno della Misericordia, coglieremo l’occasione per ufficializzare qualcosa che già portiamo avanti: lo sportello per le donne che hanno vissuto l’esperienza drammatica e dolorosa dell’aborto. È un’ulteriore atto d’amore per queste donne, che non devono essere colpevolizzate ma accolte. Credo questo sia uno dei modi migliori per celebrare la Giornata per la Vita, durante il Giubileo della Misericordia. Anche se per noi, la Giornata per la Vita… è tutti i giorni!
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Sito web: http://www.segretariatoperlavita.it/
Tel./fax: 068085155
E-mail: segretariato.vita@virgilio.it
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Segretariato per la Vita: 3000 bambini salvati in 30 anni
La struttura pro-life accoglie sia donne tentate di abortire, sia donne che hanno già vissuto questo dramma