Tragitti in papamobile scoperta di chilometri e chilometri; incontri con giovani, famiglie, clero, autorità e indigeni; momenti commoventi come il saluto ai migranti oltre la frontiera che separa Messico e Stati Uniti; visite in un ospedale pediatrico di malati oncologici. Tutto dopo lo storico ‘fuori programma’ a Cuba per l’incontro con il patriarca russo Kirill.
Si prevede una visita a dir poco intensa quella di Papa Francesco in Messico, in programma dal 12 al 18 febbraio prossimi. Per la settima volta un Pontefice solcherà il suolo del paese azteco, dopo i cinque viaggi di Giovanni Paolo II e l’unico di Benedetto XVI del 2012, ultimo del suo pontificato.
“È sempre un piacere incontrare i messicani”, ha detto padre Federico Lombardi, illustrando in Sala Stampa vaticana le tappe di questo dodicesimo viaggio internazionale. Nella memoria del portavoce vaticano sono impresse le immagini della grande accoglienza che la popolazione messicana riservò a Wojtyla, il cui primo viaggio apostolico si tenne proprio in Messico nel 1979.
“Un ricordo incredibile” – ha detto – del Papa polacco che fendeva con la papamobile una enorme folla di “gente che piangeva, rideva, gridava, salutava. Penso che accadrà qualcosa di analogo con Papa Francesco”. O forse anche di più, considerando il grande amore che questo paese nutre per il Pontefice, il primo latinoamericano. Tanto che – ha sottolineato Lombardi – “non c’è nessuna preoccupazione per la sua sicurezza. Tutti vogliono bene al Papa e nessuno ha intenzione di minacciarlo”.
Città del Messico
Prima tappa del viaggio di Francesco sarà Città del Messico, dove atterrerà all’aeroporto Internazionale Benito Juárez il 12 febbraio alle 19.30, ora locale. Lì è prevista “una cerimonia semplice” con il presidente della Repubblica, Enrique Peña Nieto, accompagnato dalla primera dama, senza alcun discorso ufficiale. In serata nessun evento particolare, se non il lungo trasferimento in papamobile verso la nunziatura per circa 19 km.
Il programma inizierà ufficialmente il giorno successivo, mercoledì 13 febbraio, con l’arrivo al Palazzo nazionale (14 km) per la cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia al capo di Stato, a cui seguirà l’incontro con autorità, società civile e corpo diplomatico nel patìo centrale. In totale, 1200 persone. Previsti, come consuetudine, il discorso del presidente e quello “di carattere più politico” del Papa.
Sempre in mattinata, è in programma l’appuntamento con i numerosi vescovi del Messico (oltre 120) nella vicina cattedrale dell’Assunzione. Prima il Papa si soffermerà nella grande piazza di fronte che può accogliere 80mila persone e in Cattedrale saluterà la famiglia del capo di governo del distretto federale e i rappresentanti di altre confessioni religiose.
Dopo il pranzo in nunziatura, nel primo pomeriggio, si terrà uno dei momenti più importanti dell’intero viaggio: la visita nella Basilica di Guadalupe, dove è custodita l’immagine della Vergine a cui il Papa ha sempre mostrato profonda devozione. Francesco celebrerà la Messa nella nuova Basilica davanti a 20mila persone. La celebrazione terminerà con l’incoronazione della Madonna con un diadema, poi il Papa reciterà “una preghiera molto bella”. Subito dopo, Bergoglio si soffermerà nel camarìn dove è conservata l’effigie mariana, perché “vuole pregare tranquillamente, personalmente, in silenzio, senza alcuna pressione di programmi”, ha spiegato padre Federico. E ha ricordato come desiderio espresso dal Papa sia quello di visitare diocesi e regioni diverse di quelle dei suoi predecessori.
Ecatepec
“Cerchiamo nuove destinazioni” ha detto il Santo Padre, che domenica 14 febbraio, la prima di Quaresima, sarà ad Ecatepec, a 30 km da Città del Messico. Il Papa vi giungerà in elicottero per celebrare la Messa nell’enorme campo di un Centro studi, alla quale si registreranno circa 400mila persone. Visto il forte freddo (si parla di duemila metri d’altitudine. Il nome stesso di Ecatepec significa “collina ventosa”), si è deciso di fissare l’orario della Messa alle 11.30, in modo da evitare alla gente di trascorrere la notte.
Rientrato dopo pranzo a Città del Messico, nel pomeriggio alle 17.20, Papa Francesco si recherà nel famoso ospedale pediatrico “Federico Gomez”, visitato anche da Wojtyla, dove sono ricoverati diversi bambini per malattie oncologiche gravi. Un momento che si prevede assai “commovente”, ha osservato padre Lombardi.
Chiapas
Ha quindi illustrato il programma del 15 febbraio, con lo spostamento a Chiapas e l’incontro coi popoli indigeni. Il Papa si sposterà anche al confine sud, quello che guarda il Centro America da cui entrano i migranti. Un momento anch’esso simbolico, a cui seguirà lo spostamento di quasi due ore verso Tuxtla Gutierrez e, subito dopo, a San Cristobal de las Casas, capitale storica che prende il nome dal vescovo Bartolomeo de las Casas, figura importantissima nel paese impegnata per la difesa del indigeni.
Proprio agli indigeni sarà dedicata tutta la visita, con la Messa per 100mila persone scandita da canti e letture nei tre idiomi locali. In quell’occasione, Francesco autorizzerà con un decreto ufficiale l’uso di lingue indigene nella liturgia.
Seguono il pranzo con gli indigeni e, nel pomeriggio , la visita in cattedrale per l’omaggio alla Madonna e l’abbraccio ad anziani e malati. Quindi il ritorno a Tuxtla Gutierrez per il grande appuntamento con le famiglie nello stadio ‘Victor Manuel Reina’, alle 16. Durante l’incontro, ci saranno anche le testimonianze di quattro famiglie “in situazioni piuttosto difficili”.
Morelia
Si passa al 16 febbraio: la meta questa volta è Morelia, nello stato di Michoacan, luogo tristemente famoso per i suoi problemi di violenza e narcotraffico. Alle 9.20, il Papa celebra la Messa con sacerdoti, religiosi, seminaristi. Alle 15, in Cattedrale per l’incontro in sagrestia con 14 rettori di università messicane, sei leader di altre religioni e numerosi bambini del catechismo.
Ultimo appuntamento nello stadio “José María Morelos y Pavón” con decine di migliaia di giovani. “Si parla di 50mila” ha detto Lombardi, pronti a danzare, cantare e offrire la propria testimonianza al Pontefice. Al termine dell’evento sarà donato al Vescovo di Roma un documento sulla evangelizzazione dei giovani del Messico, frutto della pastorale giovanile; il Papa ricambierà con il dono di una Croce per la missione.
Ciudad Juarez
L’ultimo giorno, mercoledì 17 febbraio, si segnala come il più significativo. La tappa è Ciudad Juarez, nel Chihuahua, anche questo un territorio segnato da narcotraffico, dall’addensamento dei migranti, da problematiche sociali e umane.
Tre gli eventi, ha annunciato Lombardi: il primo è la visita in un luogo di detenzione, il CeReSo, centro di riadattamento sociale che ospita circa 3mila detenuti. 700 di loro incontreranno il Papa in Cappella. Secondo incontro è quello nel Palazzetto dello sport con il mondo del lavoro: anche lì circa 3mila persone in rappresentanza di imprenditori e impiegati. Sarà presente anche una delegazione dei Movimenti Popolari.
Infine Papa Bergoglio si recherà nell’Area fieristica di Ciudad Juárez, il confine nord verso gli Usa, da dove i migranti cercano di fuggire con la speranza di un futuro migliore. Il fotogramma più suggestivo sarà il saluto del Papa a circa 50mila persone dietro la barriera che separa i due stati, che parteciperanno alla Messa ricevendo anche la comunione. “In fin dei conti si tratta di una rete non di una muraglia cinese”, ha detto padre Lombardi.
Alla celebrazione saranno presenti anche diversi gruppi vittime di violenza, tra cui i familiari dei 43 studenti scomparsi un anno e mezzo fa e quasi sicuramente uccisi. In totale 200mila persone. Quello a Ciudad Juárez sarà l’ultimo evento del viaggio. Francesco pronuncerà infatti un saluto di congedo, da lì poi il trasferimento in aeroporto per il viaggio di ritorno a Roma.
Nel seguito papale ci saranno il segretario di Stato Parolin, il sostituto Becciu, il card. Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, a cui si aggiungeranno tre prelati messicani e il card. Koch già a Cuba per l’incontro con Kirill. Come consuetudine, sarà presente un dipendente laico vaticano: si tratta di uno dei vigili del fuoco. “Sperando – ha scherzato padre Lombardi – che non abbia bisogno di intervenire”.