Archbishop Paul Richard Gallagher

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Mons. Gallagher: "La Chiesa al fianco della Siria ferita"

Alla conferenza dei Paesi donatori pro-Siria, il presule spiega che la Chiesa ha assistito 4milioni di persone nel 2015

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Educazione, lavoro e sviluppo economico. Sono questi gli obiettivi proposti dalla Santa Sede nel corso della conferenza dei Paesi donatori per la Siria che si è tenuta oggi, 4 febbraio, a Londra. La cifra raccolta è di 8miliardi, 3 dei quali stanziati dall’Unione europea.
A rappresentare la Santa Sede, è intervenuto mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano. “Mentre affrontiamo i bisogni umanitari, è doveroso ricordare che il costo reale di questa crisi umanitaria si misura con la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani”.
A questa crisi la Santa Sede ha risposto “sin dall’inizi”, ha ricordato il presule, che ha citato a tal riguardo che i “finanziamenti di cui hanno bisogno tanti enti e organizzazioni non governative cattolici sono già inclusi nel Piano Regionale per i Rifugiati e la Resilienza 2016-2017 in risposta alla crisi siriana delle Nazioni Unite”.
Egli ha sottolineato che “le richieste di fondi per il solo 2016 sono considerevolmente più alte della somma richiesta nel 2015, che purtroppo è stata stanziata solo al 50 per cento. Date le immense necessità umanitarie, la Santa Sede unisce la propria voce agli appelli per maggiori stanziamenti destinati all’aiuto ai rifugiati e alle comunità ospitanti, che ne subiscono l’impatto, nei Paesi: Giordania, Libano, Iraq, Turchia ed Egitto”.
L’apporto della Chiesa è notevole. Nel 2015 – ha spiegato mons. Gallagher – grazie ai fondi ricevuti a seguito di appelli lanciati alle conferenze episcopali nazionali e alle donazioni private di fedeli cattolici in tutto il mondo e in collaborazione con governi e organizzazioni internazionali, è stata garantita assistenza umanitari “per 150milioni di dollari americani, di cui hanno beneficiato direttamente oltre 4milioni di persone”.
Il rappresentante vaticano ha detto che “le principali aree di priorità degli enti cattolici nel 2015 sono state: educazione: 37 milioni di dollari americani per programmi di formazione in Libano e in Giordania, sia per i profughi sia per le comunità ospitanti; assistenza alimentare: 30 milioni di dollari americani, di cui 25 milioni sono stati distribuiti in Siria; assistenza non alimentare: circa 30 milioni di dollari americani in Siria e in Iraq; salute: circa 16 milioni di dollari americani sono stati destinati al settore sanitario, specialmente in Siria, Giordania e Iraq; e infine gli alloggi: 10 milioni di dollari americani sono stati destinati alla sistemazione e all’alloggio dei rifugiati e delle persone internamente dislocate. Altri 12 milioni di dollari statunitensi sono stati utilizzati per fornire assistenza diretta in contanti, acqua e servizi igienici, sostentamento e assistenza socio-psicologica”.
Ribadendo che l’impegno della Chiesa proseguirà, mons. Gallagher ha rilevato che la presenza delle minoranze religiose, tra cui i cristiani, nella regione è minacciata. “Di fatto, la loro stessa presenza e la loro esistenza sono fortemente minacciate”, ha detto. “Per questa ragione, Sua Santità Papa Francesco – ha concluso – ha ripetutamente richiamato l’attenzione sui bisogni particolari dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente”.

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ZENIT Staff

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