Gender symbols for homosexuality

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Gender e identità sessuale: al via il secondo corso al Regina Apostolorum

Il percorso è frutto di un’impostazione interdisciplinare che tocca il tema dal punto di vista neuroscientifico, psicologico, filosofico e teologico

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Il 16 febbraio parte la seconda edizione del corso di perfezionamento in Gender, Identità Sessuale e Pari Opportunità. Il percorso formativo, articolato in 45 ore di lezione, analizza e approfondisce il significato dell’identità e della differenza sessuale da un punto di vista interdisciplinare. Per conoscere i contenuti abbiamo intervistato Marta Rodriguez, direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, promotore del corso.
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Come è nata l’idea di questo corso?
Questo corso nasce dopo un lavoro di due anni del nostro gruppo di ricerca. Crediamo che ogni tempo abbia una domanda da pensare… e che il nostro tempo, dopo tanti cambiamenti sociali e culturali, abbia come domanda e come compito pensare che cosa significhi essere uomo ed essere donna. Le domande introdotte dalle questioni di gender  indicano che è necessario capire meglio il significato della differenza sessuale, che cosa significa la mascolinità, la femminilità, il rapporto tra uomo e donna. Queste sono domande non  solo teoriche, ma esistenziali, fortemente sentite dalla nostra società.
Dalla ricerca nasce questo corso (i docenti sono i membri del gruppo di ricerca), che vuole approfondire il significato della differenza sessuale. È un percorso rigoroso e  scientifico, che tenta di rispondere agli interrogativi più urgenti del nostro tempo.
Fra i corsi già esistenti sul tema del gender, c’è una caratteristica specifica e distintiva nel vostro programma?
Direi tre cose: in primo luogo, la interdisciplinarietà. Si tocca il tema della differenza sessuale dal punto di vista neuroscientifico, psicologico, filosofico, teologico, e si vedono anche le sue ricadute a livello culturale, giuridico, educativo… Credo che questa interdisciplinarietà sia importante e arricchisca sia l’ educatore, sia lo psicologo, il medico, i genitori, perché dà una visione completa della questione.
In secondo luogo, sottolineo il taglio propositivo e positivo del nostro programma. Non è disegnato per condannare ciò che non va bene, ma per dare strumenti alle persone, affinché imparino a trasmettere la bellezza della nostra identità sessuata.
La terza caratteristica è lo sbocco pratico. Sono previsti seminari di specializzazione con ampi spazi di laboratori e workshop guidati, per guidare i partecipanti ad  acquisire un’adeguata padronanza del tema e un corretto linguaggio per trasmettere i contenuti in ogni contesto.
A chi è rivolto il corso?
Principalmente ad educatori (genitori, maestri, catechisti), ma anche a psicologi, medici, giornalisti. Credo sia un tema di tale importanza che oggi interessi tutti.
Come pensa si possa conciliare un corso così impegnativo con il lavoro?
Le lezioni si svolgono un pomeriggio a settimana: il martedì. Certamente, consigliamo la presenza in aula, ma ogni lezione può essere seguita a distanza, e anche in tempo differito. Ogni studente riceve un link con il quale accede alla lezione registrata e la può sentire quando vuole. Questo è per venire incontro alle persone che lavorano, o che sono fuori.
Vogliamo creare una rete di persone preparate e pronte a trasmettere in modo convincente il significato della nostra identità e differenza sessuale.

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ZENIT Staff

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