Santa Marta: “L’unica strada per l’umiltà è l’umiliazione”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco indica l’esempio del re Davide che, riconoscendo il suo peccato, si salva dalla corruzione, dalla quale difficilmente si guarisce

Share this Entry

L’umiltà e la corruzione. Due elementi antitetici da sempre in primo piano nella predicazione di Jorge Mario Bergoglio. Durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, papa Francesco è tornato su questi suoi cavalli di battaglia e ha ricordato: l’umiltà è la strada della santità, mentre “le ferite di una corruzione difficilmente guariscono”.
A tal proposito, il Pontefice ha citato la vicenda di re Davide, grande peccatore, “a un passo dall’entrare nella corruzione”. È il profeta Nathan a salvarlo in extremis e a mostrargli il male compiuto. Davide, dunque, rimane peccatore ma è consapevole del suo limite, quindi “non corrotto”, perché un corrotto non si rende conto del suo errore.
“Ci vuole una grazia speciale per cambiare il cuore di un corrotto” e Davide, che ha mantenuto un “cuore nobile”, sa riconoscere la sua colpa. Con lui Nathan è durissimo: “Tu hai ucciso un innocente per coprire un adulterio. La spada non si allontanerà mai dalla tua Casa”, gli dice.
Non tutti però sono come Davide e “le ferite di una corruzione difficilmente guariscono – ha sottolineato il Santo Padre -. Lo vediamo in tante parti del mondo”.
Guarito dal peccato e preservato dalla corruzione, Davide deve poi fare i conti con la corruzione del figlio Assalonne, che gli fa guerra. Ma il re, riuniti i suoi uomini, abbandona l’Arca, non usa Dio per difendersi e si allontana “per salvare il suo popolo”.
Sono i primi passi lungo la “strada di santità” che Davide ha intrapreso “dopo quel momento in cui era entrato nella corruzione”.
Fuggendo, Davide viene coperto di insulti e maledizioni che lui accetta con umiltà, perché il Signore glielo ha detto. Il re ha saputo vedere in queste umiliazioni, lo scotto da pagare per la sua colpa.
“Forse il Signore guarderà alla mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi”, pensa Davide, affidandosi al Signore ed abbandonando la corruzione, per intraprendere un cammino di “umiltà” e “santità”.
Quando qualcuno cerca di dirci che abbiamo sbagliato, ha osservato il Papa, l’istinto è quello di “dire che non è vero” o, peggio, di dare “una risposta più brutta ancora”. Non è comunque possibile diventare umili, ha aggiunto, se non si impara ad accettare le umiliazioni.
La strada dell’umiliazione che si trasforma in santità trova poi il suo pieno compimento in Gesù Cristo “che si lascia insultare, che si lascia portare sulla Croce”. Davide, quindi, con la sua umiliazione “profetizza questa umiliazione di Gesù”.
“Chiediamo al Signore la grazia, per ognuno di noi, per tutta la Chiesa, la grazia dell’umiltà, ma anche la grazia di capire che non è possibile essere umili senza umiliazione”, ha quindi concluso papa Francesco.

Share this Entry

Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione