Verità e misericordia non sono in contraddizione, anzi: “la misericordia costituisce l’architrave che sorregge la vita della Chiesa: la prima verità della Chiesa, infatti, è l’amore di Cristo”. Lo ha detto papa Francesco, ricevendo nel primo pomeriggio i partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede.
In considerazione dello svolgimento del Giubileo, il Pontefice ha auspicato che “tutto il popolo cristiano” rimetta al centro le opere di misericordia corporale e spirituale.
Ciò significa, ha spiegato il Santo Padre, che “quando, alla sera della vita, ci sarà chiesto se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, ugualmente ci sarà domandato se avremo aiutato le persone a uscire dal dubbio, se ci saremo impegnati ad accogliere i peccatori, ammonendoli o correggendoli, se saremo stati capaci di combattere l’ignoranza, soprattutto quella riguardante la fede cristiana e la vita buona”.
Il Papa ha quindi ricordato che le opere di misericordia “non sono una devozione” ma, piuttosto, richiamano “la concretezza di come i cristiani devono portare avanti lo spirito di misericordia”.
Francesco ha poi rievocato un aneddoto del suo ancor breve pontificato, in cui affrontò il medesimo tema, ricevendo in udienza in Aula Paolo VI un “movimento importante”. Domandando quanti ricordassero le opere di misericordia spirituali e corporali, le mani alzate non risultarono “più di 20 in un’aula di 7mila”. L’auspicio del Santo Padre è quindi che si riprenda a “insegnare ai fedeli questa cosa, che è tanto importante”.
Essendosi Dio “fatto uomo per la salvezza degli uomini”, ha proseguito, “la misericordia effettiva di Dio è diventata, in Gesù, misericordia affettiva”. In tal senso la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ricevuto un compito che trova proprio nella misericordia “il suo ultimo fondamento e la sua giustificazione adeguata”.
“La fede cristiana, infatti, non è solo conoscenza da conservare nella memoria, ma verità da vivere nell’amore – ha aggiunto il Santo Padre -. Perciò, insieme alla dottrina della fede, bisogna custodire anche l’integrità dei costumi, particolarmente negli ambiti più delicati della vita”.
Ringraziando i membri della Congregazione per “l’impegno e la responsabilità” dimostrati “nel trattare i casi di abuso di minori da parte di chierici”, il Pontefice ha ricordato che “l’adesione di fede alla persona di Cristo implica sia l’atto della ragione sia la risposta morale al suo dono”.
La menzionata “integrità della fede e dei costumi”, ha aggiunto, è un “compito delicato” che richiede un “impegno collegiale”, nonché – come tutti i livelli della vita ecclesiale – una “giusta sinodalità”. A tal proposito, papa Francesco ha elogiato la “riunione con i rappresentanti delle Commissioni dottrinali delle Conferenze Episcopali europee”, convocata lo scorso anno “per affrontare collegialmente alcune sfide dottrinali e pastorali”.
Si tratta, ha sottolineato il Santo Padre, di iniziative che possono contribuire a suscitare nei fedeli “nuovo slancio missionario e una maggiore apertura alla dimensione trascendente della vita, senza la quale l’Europa rischia di perdere quello spirito umanistico che pure ama e difende”.
Un altro aspetto di rinnovamento ecclesiale preso in esame da Francesco è “lo studio circa la complementarietà tra doni gerarchici e carismatici”, i quali “sono chiamati a collaborare in sinergia per il bene della Chiesa e del mondo”.
L’“unità” e la “pluriformità” possono dunque avviare la Chiesa “con passo sicuro e fedele verso quelle mete che il Signore Risorto le indica nel corso della storia”.
Al tempo stesso, la “dinamica sinodale”, se “rettamente intesa”, può condurre “verso una comunione sempre più attuata, approfondita e dilatata, al servizio della vita e della missione del Popolo di Dio”, ha poi concluso il Pontefice.
“La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo”
Ricevendo in udienza i membri partecipanti alla Plenaria della della Congregazione per la Dottrina della Fede, papa Francesco sollecita la riscoperta delle opere di misericordia spirituale e corporale