Wikimedia Commons - President of Portugal Aníbal Cavaco Silva

Portogallo: veto del presidente della Repubblica alle adozioni omosessuali

Il capo dello Stato Cavaco Silva ha posto il veto alla legge approvata in Parlamento a novembre perchè “l’interesse dei minori deve prevalere rispetto a quello degli adulti”

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Terzo Paese cattolico europeo nel 2010 ad approvare il matrimonio omosessuale dopo Spagna e Belgio, nel novembre scorso il Portogallo si diede un’altra pennellata a tinte arcobaleno con l’approvazione di una legge che garantiva agli omosessuali il diritto di adottare dei bambini.
A soli due mesi da quell’evento, le immagini delle associazioni lgbt festanti tra le tribune del Parlamento portoghese appaiono già sbiadite. A pitturare di nuovo con dei colori più sobri la legislazione del Paese lusitano ci ha pensato il presidente della Repubblica, Aníbal Cavaco Silva.
Proprio il giorno successivo delle elezioni che hanno decretato il nome del suo successore, sarà Marcelo Rebelo de Sousa, il capo dello Stato ha posto il veto alla legge approvata nel novembre scorso. “Quella delle adozioni è una questione complessa che va approfondita maggiormente – ha spiegato Cavaco in un messaggio alla Camera – è un tema che può produrre un’alterazione nel sistema legislativo. L’interesse dei minori deve prevalere rispetto a quello degli adulti”.
Cavaco Silva è un politico conservatore, che non è nuovo a scontri con il Parlamento sui temi inerenti la vita e la famiglia. Non nascose la sua preoccupazione quando, nel 2010, venne approvato il matrimonio omosessuale. Così come, nell’estate 2014, non fece mancare il suo appoggio alla legge d’iniziativa popolare che chiese al Parlamento di riformare la legge sull’aborto in senso più favorevole alla vita.
La modifica ha abolito il registro degli obiettori di coscienza (considerato dai suoi detrattori alla stregua di una lista di proscrizione), concedendo così a questi medici di svolgere le loro consulenze liberamente all’interno dei consultori nei confronti delle gestanti in difficoltà.
Gestanti che, afferma ancora la legge in questione, devono essere ascoltate insieme ai loro compagni o mariti nel momento in cui avanzano la richiesta di interrompere la gravidanza. La consulenza di psicologi e assistenti sociali sul valore della vita nascente è diventato un passaggio obbligato.
Cavaco Silva firmò e promulgò con una certa solerzia la legge in questione. Solerzia che dimostrò anche nel mettere il veto a una serie di emendamenti del Partito Socialista (il cui leader Antonio Costa è anche presidente del Consiglio) finalizzati a depotenziare le restrizioni alla legge sull’aborto.
E con la decisione di ieri del capo dello Stato, il Partito Socialista si trova di nuovo ad occupare la barricata opposta alla sua. I suoi deputati, infatti, hanno già annunciato di poter confermare la legge con la maggioranza assoluta dei parlamentari, superando così, come stabilisce la Costituzione, il veto del presidente.
I fautori dei desideri delle coppie omosessuali, tuttavia, possono tirare un sospiro di sollievo anche per un altro motivo. Come detto, il presidente portoghese è agli ultimi giorni di mandato. La questione passerà a marzo sul tavolo del suo successore Rebelo de Sousa. E quest’ultimo, benché di centro-destra come Cavaco Silva, ha già annunciato di collocarsi nelle più comode posizioni del pensiero dominante. Tanto che in campagna elettorale aveva dichiarato: “L’importante è garantire l’interesse del minore, il sesso dei genitori è indifferente, non vedo ragioni per non firmare questa legge”.

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Federico Cenci

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