Vorrei raccontare un episodio dal quale io stesso ho imparato che il mio superfluo, non solo non lo spreco se lo dono al mio prossimo, ma lo metto a profitto; lo dono al vero proprietario. Se non ci fosse lui…se non mettessi questi doni a sua disposizione…andrebbero sperperati, sprecati.
Percorrevo un sentiero di campagna; da un albero di prugne sento qualcuno fischiettare. Segnalo il mio passaggio con una battuta: “Peccato che le prugne più mature siano irraggiungibili”. “Ne ho già riempito un cesto – mi sento rispondere; e sono proprio le più mature…Bisogna mangiarle presto, se no vanno a male…Durano poco…Ne vuole?”
“Grazie…le gradisco proprio perché mi fanno bene”.
Attraverso la rete dell’orto, il contadino me ne mette in mano alcune e m’invita: “Ne prenda quante ne vuole. Raccolte, durano solo due giorni”. Poi soggiunge che per lui e la sua famiglia ne bastano poche. “Le altre le mettiamo a disposizione dei primi che passano, come lei”.
Che bella generosità – pensavo tra di me-. Regalano e sono contenti di donare. Ciò che non serve alla propria famiglia, è logicamente a disposizione degli altri.
Il contadino non l’ha detto, ma me l’ha fatto capire: “Dio le ha regalate anche a noi…e in abbondanza,…e senza tanto lavoro…Ne prendiamo quante ne bastano per due giorni. Il di più non è nostro”.
Quanti doni Dio mi ha fatto…Alcuni sono per me, per la mia comunità…; ma la maggior parte è per quel prossimo che in ogni momento mi passa accanto.
Ciao da p. Andrea
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Contenti di donare
Quanti doni Dio mi ha fatto, per me, per la mia comunità, per il prossimo che in ogni momento mi passa accanto