Gianicolo

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Ripresa l'attività del Pontificio collegio ucraino di San Giosafat

Avviato l’anno accademico dopo due anni di restauro. Da oltre due secoli, l’istituto forma sacerdoti e vescovi appartenenti alle diverse eparchie sparse per il mondo

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Riapre i battenti il Pontificio collegio ucraino di San Giosafat sul colle Gianicolo, a Roma. Dopo due anni di restauro e ristrutturazione, grazie alla Congregazione per le Chiese orientali, l’Istituto ha potuto avviare questo anno accademico con una cinquantina di studenti provenienti da Belgio, Macedonia, Polonia e per la stragrande maggioranza dall’Ucraina.
La storia del Pontificio Collegio si può far risalire all’anno 1596, quando – ricorda L’Osservatore Romano – i primi studenti ucraini sono arrivati a Roma per lo studio e la formazione accademica. Furono accolti presso il Pontificio collegio greco di Sant’Atanasio fino al 1803, quando la struttura fu chiusa a causa delle guerre napoleoniche. Riaperto solo nel 1845, gli studenti ucraini vi sono rimasti fino alla fondazione del collegio di San Giosafat, eretto con la lettera Paternam benevolentiam di Leone XIII, il 18 dicembre 1897.
Dal 1897 al 1932 la sede era ospitata in piazza Madonna dei Monti, presso l’allora procura dei padri basiliani e della metropolia di Kiev, e restò sotto la guida dei gesuiti fino al 1904, quando subentrarono nel servizio i basiliani. Durante la prima guerra mondiale gli alunni furono trasferiti a Vienna e in Moravia, e fecero rientro a Roma nel 1921.
Il 13 novembre 1932 fu inaugurata la nuova e definitiva sede, edificata dall’architetto italiano Giuseppe Momo sul colle Gianicolo. Da allora il Pontificio collegio ucraino di San Giosafat potè accogliere un maggior numero di studenti della Chiesa greco cattolica ucraina, presente in diverse nazioni. Nel 1967 l’edificio dovette subire una prima ristrutturazione.
Il 16 gennaio 1983, in occasione dell’85° anniversario di fondazione e a 50 anni dalla costruzione dell’attuale complesso, Giovanni Paolo II vi fece visita e, nel suo discorso, definì il Collegio come luogo in cui fiorisce “la speranza della Chiesa ucraina”
Durante questi anni – informa ancora il quotidiano vaticano – grazie alla Congregazione per le Chiese orientali, molti studenti ucraini provenienti dalla diaspora hanno ricevuto una solida formazione umana, morale, spirituale e intellettuale. Oltre agli studenti, il collegio ha ospitato lungo la sua storia vescovi e sacerdoti e, inoltre, ha dato rifugio a molte vittime del comunismo e delle guerre.
Dal 1991, anno in cui l’Ucraina tornò ad essere una nazione libera dopo il crollo del comunismo, il Collegio di San Giosafat ha nuovamente iniziato a ricevere gli studenti provenienti dalla madre patria. Tra coloro che si sono formati, oggi si annoverano sacerdoti e vescovi appartenenti alle diverse arcieparchie ed eparchie sparse per il mondo: molti di loro sono insegnanti, pastori, educatori, rettori e parroci.

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ZENIT Staff

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