Lettura
Due soli versetti costituiscono il brano del Vangelo odierno. Gesù ha gettato le basi di una nuova famiglia: la Chiesa, i discepoli chiamati a “stare con Lui” e a essere evangelizzatori. Da quel momento crea una cesura con il suo clan familiare di origine e chiede ai suoi discepoli di vivere la logica dell’amore di pura perdita. Essi sono di Dio per “dire Dio” alla gente affamata di libertà e assetata di verità.
Meditazione
L’amore di pura perdita porta Gesù a darsi senza riserve, nella totalità di sé, del suo cuore, del suo tempo. Gesù, e con Lui la Chiesa nascente, appartiene solo a Dio Padre e alla missione della sua carità pastorale. Questo darsi nell’incondizionata e gratuita totalità deve aver così tanto colpito i discepoli che, per ben due volte, Marco annota: «Tanto che non potevano neppure mangiare» (Mc 3,20); e ancora: «Non avevano più neanche il tempo di mangiare» (Mc 6,31). Gesù non si cura di sé, ma sono i suoi familiari a preoccuparsi seriamente per Lui, anche perché «si diceva» in giro: «È fuori di sé», cioè ha perso la testa. Quanto Gesù dice e opera, agli occhi dei suoi familiari – che agiscono per il “suo bene” – è pericoloso per lo stesso Gesù. E allora bisogna riportarlo a casa, all’ordinarietà della vita, dentro i binari della “normalità”. Ma così si comprime il Vangelo fra le righe del pensare comune, fra le mode e gli stili di vita che accontentano tutti e non infastidiscono nessuno. Un giorno, Maria e Giuseppe avevano detto a Gesù: «angosciati, ti cercavamo». E Lui aveva risposto: «Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,48-49). Allora non “conobbero” né capirono le sue parole. Vent’anni dopo, si preoccupano delle voci che si sentono in giro: «È fuori di sé». Ma è proprio questo che Gesù aveva dichiarato: «Convertitevi», cioè “andate fuori di testa”, vivete l’amore fino alla follia, fino allo “spreco” di voi stessi e della vostra vita. «Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà» (Mc 8,35). È radicale il Vangelo di Gesù, non ammette compromessi e non fa sconti. Noi però cerchiamo di “chiudere la bocca” a Dio, di dargli le briciole tenendo ben saldo tutto il resto per noi stessi. E così cerchiamo di conservare la nostra vita, i nostri interessi, il nostro tempo e il nostro denaro… e di “salvare la faccia” della nostra fede. E misuriamo il tempo da dedicare a Dio e ancor più quello da dedicare agli altri.
Preghiera
Signore Gesù, tu hai donato la vita e il tempo all’umanità, soprattutto ai più poveri ed emarginati, illumina e guida il mio cammino perché i tuoi passi possa seguire ed essere Vangelo di carità per raggiungere la misura alta della santità.
Agire
Oggi metterò da parte i miei interessi e dedicherò tempo a chi mi è vicino e a chi è nel bisogno.
Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Il tuo tempo per i poveri
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 3,20-21