Le strade nei pressi di Capitol Hill, sede del Congresso Usa, a Washington, si riempiranno domani di manifestanti in favore della vita nascente. Come ogni anno, la Marcia per la Vita americana, preceduta da una veglia di preghiera, si tiene in occasione dell’anniversario della “Roe contro Wade”, la sentenza con cui, il 22 gennaio 1973, la Corte suprema ha legalizzato l’aborto nel Paese. Il tema di quest’anno è “Pro-vita è pro-donna”
Consueto è anche il messaggio della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Firmato dal presidente della Commissione per le attività pro-life della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, il documento sottolinea come “la maggior parte degli americani si oppone a politiche che permettono l’aborto legale per qualsiasi ragione”, malgrado essi non sappiano che la legalizzazione dell’aborto sia avvenuta per mano della Corte suprema”. Il porporato scrive che “molti vogliono proteggere la vita dei bambini non nati nelle fasi più avanzate della gravidanza, regolare o limitare la pratica dell’aborto e fermare l’uso dei soldi dei contribuenti per la distruzione della vita di un bambino non nato. Eppure, molti di quelli che sostengono importanti obiettivi del movimento pro-vita, non si considerano pro-life. Questo – afferma, come riferisce la Radio Vaticana – dovrebbe indurci a riflettere su come presentiamo la nostra visione pro-vita agli altri”.
L’indice del card. Dolan è puntato contro “una potente lobby ben finanziata”. “Nonostante gli americani siano turbati dall’aborto – osserva l’arcivescovo di New York – una potente lobby ben finanziata sostiene che esso sia un bene per le donne e la società e che coloro che, in coscienza, non possono praticarlo siano da condannare per avere dichiarato guerra alle donne. Il card. Dolan cita in proposito l’opposizione dei leader democratici alla Abortion Non-Discrimination Act, (Anda in sigla), la legge presentata al Congresso che mira a tutelare meglio l’obiezione di coscienza in materia di aborto.
Questa mancanza di consapevolezza rappresenta uno stimolo per i movimenti pro-vita a far valere meglio le proprie ragioni presso quella “grande maggioranza di americani che è disposta ad ascoltare il loro messaggio sul rispetto che si deve verso ogni essere umano”. Di qui, in conclusione, l’invito ai cattolici e “a chiunque abbia a cuore la tragedia dell’aborto” a diventare “migliori messaggeri” della cultura della vita.
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Card. Dolan: "Maggior parte degli americani contro l'aborto"
L’arcivescovo di New York scrive nel messaggio per la Marcia per la Vita che molti sono contro l’aborto ma non si considerano “pro-life”, ciò è uno stimolo per i cattolici a diventare “migliori messaggeri” della cultura della vita