Si è aperta questa mattina, a Parigi, la cosiddetta Cop21, la Conferenza globale dell’Onu sulle sfide del cambiamento climatico. Vi partecipano delegazioni da 195 Paesi e circa 150 capi di Stato e di governo che, sotto l’egida delle Nazioni Unite, discuteranno sul problema del surriscaldamento del pianeta e i limiti da imporre all’aumento delle temperature per evitare conseguenze disastrose come l’aumento del livello dei mari e la desertificazione.
Ad accogliere stamane i partecipanti a Le Bourget, nel nord di Parigi, il presidente francese Hollande, accanto al segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Aprendo i lavori, il capo di stato francese ha espresso la propria gratitudine per il sostegno ricevuto a livello internazionale dopo gli attacchi terroristici dello scorso 13 novembre; ha poi esortato a raggiungere un accordo che sia “il più ambizioso possibile”.
L’obiettivo è di giungere infatti a un accordo vincolante sulle emissioni inquinanti, fissando vincoli sui combustibili fossili e determinando le regole attraverso cui i Paesi più ricchi dovranno sostenere, con 100 miliardi di dollari, gli sforzi dei paesi in via di sviluppo. Questi ultimi hanno già espresso la preoccupazione di essere ignorati nelle discussioni.
Da parte sua Ban ki-Moon ha ricordato che “un accordo sul clima servirà anche a garantire la pace e la sicurezza internazionale”. Mentre Barack Obama ha riconosciuto la responsabilità degli Stati Uniti come principale fonte di inquinamento; per questo ha ribadito l’obiettivo di ridurre l’emissione di gas a effetto serra del 26-28% entro i prossimi dieci anni.
I negoziati dureranno due settimane e non si prevedono facili. Già ieri, in serata, la vigilia dell’evento è stata scossa da duri scontri tra polizia e manifestanti, avvenuti in una città ancora sotto shock per gli attentati terroristici del 13 novembre. Decine di vandali sono arrivati pure a scagliare contro gli agenti anche gli oggetti deposti in place de la Republique a ricordo delle vittime. Il presidente francese Hollande ha definito infatti “scandalosi” gli incidenti, avvenuti proprio dove “c’erano candeli, fiori e altri ricordi in memoria delle vittime”. I disordini si sono conclusi con il fermo di 289 persone, di cui 174 trattenute.