“La mia presenza qui è un dono che la chiesa occidentale fa a voi, memore dei tantissimi vescovi, presbiteri e laici di grande valore che voi avete donato alla chiesa d’occidente”. Lo ha detto monsignor Paolo Bizzetti, nuovo Vicario Apostolico per l’Anatolia, nel suo messaggio di saluto ai fedeli in occasione del suo insediamento ufficiale, avvenuto ieri, nella Chiesa-Cattedrale dell’Annunciazione ad Iskenderun.
Il presule ha quindi rievocato la “preziosa eredità” che la chiesa anatolica riceve dalla “chiesa madre di Gerusalemme, di Antiochia e di tutti gli altri luoghi da cui sono partiti gli annunciatori del Vangelo per tutto il mondo”, facendo così di “questo tormentato Medioriente la culla del cristianesimo, ieri come oggi”.
Nella “chiamata del Vescovo di Roma”, monsignor Bizzetti ha individuato “una chiamata del Signore, che ancora una volta mi invitava ad uscire dalla mia terra, dal mondo a me familiare, dalla mia lingua e cultura per farmi prossimo a voi”.
Presente in Turchia dal 1978, il nuovo vicario apostolico ha raccontato come questa terra lo abbia “sempre ospitato con generosità e squisita gentilezza”, incontrando, attraverso il popolo turco, le proprie “radici”, allargando i propri “orizzonti”, ricevendo così l’educazione a “una chiesa plurale e non monolitica”.
Esprimendo il proprio rammarico per aver dovuto rinviare un pellegrinaggio presso i monasteri della chiesa siriaca turca, Bizzetti ha promesso alla sua nuova comunità di “gioire e soffrire” con loro, servendo i fedeli e aiutando “i più poveri a portare la croce”, per costruire insieme “un pezzetto di Regno di Dio” in terra anatolica.
Con riferimento all’esodo di molti turchi verso l’Europa, il presule ha immaginato una sorta di “contro-esodo”: poiché molti turchi sognano di trovare un’Unione Europea “piena di possibilità, ricca e cristiana”, monsignor Bizzetti ha richiamato l’attenzione sull’“alto prezzo di consumismo”, con la famiglia in “forte difficoltà”, l’“individualismo”, la gente che non ha “tempo per le relazioni” e il “senso di Dio” che è “scarso”.
“Non sognate di andare altrove prima di aver esplorato le molte possibilità che ci sono qui – ha proseguito il Vicario apostolico -. Inventate un altro tipo di sviluppo economico e siate seguaci del Vangelo, in Turchia”, ha detto, sottolineando che “ordinariamente le società ricche sono più egoiste e più coinvolte nel dominare gli altri e creare povertà in altri paesi”.