Gesù, l’innocente, si è lasciato condannare per entrare nella mia, nella tua galera. Ogni avanzo di galera con Lui è graziato ed è uscito nella vera libertà.
Rallegrato da questi pensieri, interpello il primo che incontro:
-Secondo te, un avanzo di galera può avere la sfacciataggine di giudicare, di non amare gli altri?
-Cosa vuoi dire ?
-Io so che quando – poco, poco – mi sento un avanzo di galera…non ho il coraggio, nè trovo argomenti per giudicare gli altri…
-Ma tu…sei un avanzo di galera?…
-Magari fossi convinto di esserlo…
-Avanzo di galera?…Spiegami.
-Quando ho la grazia di sapermi tale, godo di una particolare libertà. Libertà che nasce dalla consapevolezza, dalla certezza che tutti sono migliori di me, e da tutti è logico che mi aspetti più di essere perdonato che di perdonare.
-Allora chiediamo la grazia a Dio di entrare in questa consapevolezza che ci libera dalla schiavitù di “giudicare” gli altri…
Il male, la disgrazia non sta nell’essere avanzi di galera, ma nel presumere di non esserlo. Eravamo, si o no, destinati tutti all’inferno? Siamo stati, si o no, liberati per pura grazia?
Ogni delinquente ora può gridare: ora sono libero! Felice consapevolezza: Sono un “avanzo di galera”- graziato. Un disgraziato-graziato sa a sua volta donare il perdono ricevuto; anzi, gode sempre e solo del perdono che riceve, e non ha nemici da perdonare.
Ciao da p. Andrea
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