Un’accoglienza incredibile quella dei giovani ugandesi all’arrivo di Papa Francesco al Kololo Airstrip di Kampala, ex aeroporto che ospita grandi eventi. Un entusiasmo contagioso: migliaia di ragazzi e ragazze che urlano di gioia, che ballano, cantano e si abbracciano. Immagini di festa, quella di un’Africa dove la fede è grande. Il Papa, nel suo giro in jeep scoperta, si ferma, abbraccia alcuni ragazzi che lo rincorrevano superando le transenne; gli uomini della sicurezza gli passano i neonati e lui li bacia e li benedice.
Prima di prendere la parola, il Vescovo di Roma ascolta le testimonianze di due giovani: Winnie Nansumba e Emmanuel Odokonyero. Winnie è una ragazza giovane e bella, ha 24 anni e ha perso i genitori entrambi malati di Aids, malattia che lei stessa ha contagiato all’età di 7 anni e con cui combatte tuttora. Emmanuel, anche lui un ragazzo, è un ex seminarista rapito da bambino per diventare un soldato. È stato in carcere, ha visto i suo compagni morire ed essere torturati. Poi è riuscito a fuggire ed è riuscito a superare quei traumi grazie alla fede e rifarsi una vita. Ora è diplomato in amministrazione.
Di fronte a queste storie, il Papa ha lasciato da parte il discorso scritto ed ha dato libero sfogo all’emozione che portava nel cuore. Ha quindi iniziato a dialogare con Winnie ed Emmanuel, ma anche con i migliaia di giovani festanti che riempivano la Kololo Airstrip. “È con molto dolore che ho ascoltato le testimonianze di Emmanuel e Winnie”, ha esordito. “Mentre ascoltavo queste testimonianze mi sono fatto una domanda: una esperienza negativa può servire a qualcosa nella vita? Winnie pensava che non ci fosse un futuro per lei, la vita per lei era un muro, ma Gesù le ha fatto capire che nella vita possono succedere dei grandi miracoli, e così trasformare una parete in un orizzonte. Un orizzonte che mi apre al futuro”.
“Davanti ad una esperienza negativa – ha sottolineato il Pontefice – c’è sempre la possibilità che appaia un orizzonte” ed è possibile “aprirlo con la forza di Gesù”. La ragazza “ha affrontato la sua depressione, la sua amarezza e l’ha trasformata in speranza”; ma questa – ha precisato Francesco – “non è una magia, è un’opera di Gesù. Perché Gesù è il Signore! Gesù può tutto! Gesù ha sofferto l’esperienza più negativa della storia: fu insultato, fu scacciato, fu assassinato. Ma Gesù con il potere di Dio è risorto. Egli può compiere in ognuno di noi lo stesso con ogni esperienza negativa. Perché Gesù è il Signore”.
Anche Emmanuel ha assaporato questa salvezza, come ha raccontato della sua esperienza comune purtroppo a numerosi generazioni di bambini ugandesi, rapiti e portati in Sudan per essere addestrati alla guerrra, nelle milizie dei bambini soldato. “Io provo a immaginare la sofferenza di Emmanuel quando vedeva i suoi compagni torturati, quando vedeva i suoi amici che venivano assassinati – ha detto il Papa -. Sapeva che se provava a fuggire sarebbe stato ucciso e i suoi parenti sarebbero stati perseguitati. Ma Emmanuel è stato coraggioso, ha avuto fiducia in Gesù ed è fuggito. E oggi lo abbiamo qui, dopo 14 anni, diplomato in scienze amministrative”.
Questo dimostra che “sempre si può”, che “la vita è come un seme: per vivere occorre morire”, ha sottolineato il Santo Padre. “Morire come sono morti i Martiri dell’Uganda”, ha ricordato, “attraverso questa morte c’è una vita, una vita per tutti. Se io trasformo il negativo in positivo, sono un trionfatore. Ma questo si può fare solo con la grazia di Gesù”.
“Siete sicuri di questo?”, ha domandato ai giovani, “siete disposti a trasformare nella vita tutte le cose negative in cose positive? Siete disposti a trasformare l’odio in amore? A trasformare la guerra in pace?”. “Dovete essere consapevoli che siete un popolo di martiri. Nelle vostre vene scorre il sangue dei martiri e per questo avete la fede e la vita”. Una vita “così bella” che fa definire l’Uganda la “perla dell’Africa”.
Nel corso dell’intervento il microfono del Papa ha smesso di funzionare . Bergoglio ha preso spunto da questo inconveniente per dire: “A volte anche noi non funzioniamo bene e quando non funzioniamo bene a chi dobbiamo andare a chiedere aiuto? A Gesù! Gesù può cambiarti la vita. Gesù può abbattere tutti i muri che hai davanti. Gesù può far in modo che la tua vita sia un servizio per gli altri. Se voi volete che Gesù vi cambi la vita dovete chiedergli aiuto. Dovete pregare. Avete capito bene? Pregare! Vi chiedo: voi pregate? Sicuro?”, ha insistito.
Bisogna pregare Gesù – ha rimarcato il Santo Padre – “perché lui è il Salvatore”. “Non smettere mai di pregare, perchè la preghiera è l’arma più forte che ha un giovane. La preghiera a Gesù che ci vuole bene, che ama tutti e vuole aiutare tutti”. “Allora aprite la porta del vostro cuore a Gesù e lasciatelo entrare”, ha esortato il Papa, “lasciate entrare Gesù nella nostra vita”, perché “quando Gesù entra nella nostra vita, ci aiuta a lottare contro tutti i problemi dei quali ha parlato Winnie. Lottare contro la depressione, lottare contro l’Aids. Vi dà aiuto per superare queste situazioni. Ma sempre lottare, lottare con il mio desiderio, e lottare con la mia preghiera”. “Siete pronti a combattere?”, ha domandato ancora il Papa ai presenti, “siete pronti a desiderare il meglio per voi stessi? Siete disposti a chiedere a Gesù che vi aiuti nella lotta?”.
Una terza cosa: “tutti noi apparteniamo alla Chiesa”, ha detto il Pontefice, e “la Chiesa ha una madre. Come si chiama? Non sento…”. Si chiama Maria ed è la Madre a cui rivolgersi nelle difficoltà. “Quando un bambino cade, si fa male e si mette a piangere va a cercare la mamma”, ha sottolineato infatti Francesco usando una popolare immagine. “Così quando noi abbiamo un problema, la cosa migliore che possiamo fare è andare dove c’è nostra Madre e pregare Maria”.
Tre cose, dunque: “Superare le difficoltà, trasformare il negativo in positivo, la preghiera”. La preghiera a Gesù, che “può tutto, entra nel cuore, cambia la vita. Lui è venuto per salvarci e per dare la sua vita per noi”. E la preghiera a Maria, perché “non siamo orfani” ma “abbiamo una Madre”. “Vi ringrazio molto per avermi ascoltato”, ha concluso il Santo Padre. “Vi ringrazio perché volete cambiare il negativo in positivo, pecche volete lottare con Gesù al vostro fianco. E soprattutto vi ringrazio perché avete voglia di non smettere mai di pregare. Vi invito adesso a pregare insieme Nostra Madre perché ci protegga. Siamo d’accordo? Tutti insieme!”.