Papa Francesco

Catholic Church England and Wales

"Liberarsi da consumismo e diseguaglianze. Denaro non è soluzione a problemi"

Il messaggio del Papa ai partecipanti al V Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, in corso a Verona, sul tema La sfida della realtà

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C’è il pericolo di “vivere fuori dalla realtà” e di farsi travolgere dal “fiume di notizie” e dalle tante questioni di oggi, rischiando di “non accorgersi dei problemi delle persone che ci stanno accanto”. Per questo “è necessario aprire gli occhi e il cuore”. E anche “chinarsi”, dialogare, toccare “la carne dell’altro”, recuperando la propria personale dignità nella consapevolezza “che la soluzione ai problemi concreti non viene dai soldi ma dalla fraternità”.

Incisivo come sempre, realistico come pochi, Francesco osserva la realtà del mondo odierno a 360 gradi, illustrando i drammi e le problematiche a cui la Chiesa e la società sono chiamate a prestare attenzione per dare una risposta. Lo fa nel suo video-messaggio inviato ai partecipanti al V Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, in corso in questi giorni a Verona, il cui tema dell’edizione 2015 è, non a caso, La sfida della realtà.

Di queste sfide, il Papa ne individua più di una. A cominciare da quella della “indifferenza” che “sembra essere una medicina che ci protegge dal coinvolgimento, diventa un modo per stare più tranquilli”. Il problema è che “questa estraneità è un modo che difende l’egoismo e ci rende tristi. Lo star vicino alle persone, versare l’olio della consolazione, toccare la carne dell’altro, farsi carico dei suoi problemi allarga il cuore, rimette in circolazione l’amore e ci fa stare bene”, afferma il Pontefice. 

Che invita quindi a “chinarsi” sull’altro, quale modo più diretto “per allargare il cuore, accendere l’amore, ispirare il pensiero, inventare risposte concrete e inedite ai problemi”. Poi bisogna  avere la capacità di dialogare, costruendo “ponti al posto dei muri”. “Questo è il tempo del dialogo, non della difesa di rigidità contrapposte”, sottolinea il Santo Padre. 

E riecheggiando i passaggi più significativi della Evangelii Gaudium richiama tutti a “scoprire e trasmettere la ‘mistica’ di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”. “Il dialogo apre al diverso e ricompone in un quadro i tanti segmenti della nostra società creando le condizioni per un disegno armonico”, aggiunge il Papa. Tale armonia, tuttavia, richiede “un cambiamento”. Anzitutto interiore, perché – osserva – “si avverte che c’è qualcosa che non va”. 

“Il consumismo, l’idolatria del denaro, le troppe diseguaglianze e ingiustizie, l’omologazione al pensiero dominante sono un peso da cui ci vogliamo liberare con il recupero della nostra dignità e impegnandoci nella condivisione, sapendo che la soluzione ai problemi concreti non viene dai soldi ma dalla fraternità che si fa carico dell’altro”, dice. Il cambio di rotta parte dunque “da noi stessi” ed “è un frutto dello Spirito Santo”. Le persone “interiormente cambiate dallo Spirito conducono anche a un cambiamento sociale”, afferma Francesco. 

Il cambiamento è infatti richiesto anche alle strutture: “È preferibile essere più flessibili per rispondere meglio ai bisogni concreti”, piuttosto che “continuare a difendere le strutture e rimanere ingessati”, dice Bergoglio. In altre parole, si deve fare “un po’ di pulizia, aumentare la trasparenza, recuperare freschezza, genuinità e agilità”. Questo – assicura – “fa bene alle strutture e alle persone: troveremo nuovamente lo slancio e l’entusiasmo di fare qualcosa di bello a servizio dei fratelli”. 

Inoltre ci sono “nuovi bisogni” e “nuove povertà” che richiedono nuove risposte. E ci sono anche nuove sfide, come quella ecologica. E’ quindi la Laudato Si’ e parlare quando Francesco sollecita a non restare indifferenti al “grido della madre terra”, ma ad ascoltarlo tanto quanto “il grido dei poveri”. Uomo e creato sono infatti “indissolubilmente legati”, e “il rispetto delle creature e del creato rappresenta una grande sfida per il futuro dell’uomo”.

Il tema è ampio, ammette il Papa, e “qualcuno può pensare che quello che possiamo fare noi non ha effetti concreti, non è sufficiente a generare un cambiamento”. Invece no. Non sono in ballo solo politica, economia, scelte strategiche sullo sviluppo: “Niente può sostituire il nostro impegno personale”, chiosa il Pontefice. “La sobrietà, il consumo consapevole, uno stile di vita che accoglie il creato come un dono ed esclude forme predatorie e di possesso esclusivo, è il modo concreto attraverso il quale si crea una nuova sensibilità”. “Se saremo in molti a vivere così – conclude – l’intera società ne risentirà positivamente e diventerà udibile da tutti il grido della terra e il grido dei poveri”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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