Giuseppe Toniolo, economista e sociologo, è stato proclamato beato da Benedetto XVI il 29 aprile 2012. Il suo programma sociale, la sua antropologia e la sua visione economica sono molto vicine e simili a quelle portate avanti oggi da Papa Francesco. È quanto sostiene nel saggio Gioia solidale (edito da AVE), monsignor Domenica Sorrentino, vescovo di Assisi e postulatore della causa di beatificazione di Toniolo.
Benedetto XVI si è dimesso l’11 febbraio 2013, mentre il 13 marzo del 2013 è stato eletto Francesco che ha messo al centro del suo programma l’attenzione ai poveri, ha criticato l’utilitarismo e la cultura dello scarto, ha respinto l’idolatria del denaro che riduce l’umano e che giustifica nuove e vecchie schiavitù. Secondo mons. Sorrentino, Toniolo fu “un anticipatore ed un profeta”.
Racconta Sorrentino che il Beato indicò un impegno sociale della Chiesa che non si limitasse alla carità individuale ma che facesse della condivisione e della cultura del dono una vera e propria rivoluzione sociale. Fu un pensatore ‘scomodo’ come lo è il Vangelo e come lo sono tutti coloro che testimoniano in maniera radicale la Parola di Dio.
Toniolo diede continuità ad un gruppo di economisti cattolici che si opposero alle teorie di Malthus, al darwinismo sociale e all’imperialismo britannico. In anticipo sui tempi, mise in guardia dai pericoli del comunismo e denunciò i limiti del sistema finanziario speculativo. Propose la cultura del dono e l’alleanza tra finanza, impresa e lavoro per una difesa e sviluppo del bene comune.
Insegnamenti e indicano che riecheggiano nell’Evangeli Gaudium, l’esortazione apostolica in cui Papa Francesco critica l’economia dominante e afferma: “No ad un economia dell’esclusione (EG 53). No alla nuova idolatria del denaro (EG 55). No ad un denaro che governa invece di servire (EG 57). No all’inequità che genera violenza (EG 59)”.
Questi problemi Toniolo li conosceva bene e cercò di confrontarli con il programma di Milano (1894) in cui denunciava la patologia di un commercio dove il denaro e con esso il credito tendevano ad assumere un ruolo del tutto autonomo e prevaricante. Subito dopo la pubblicazione dell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, Toniolo propose una riforma sociale in cui prevale l’etica e lo spirito cristiano sulle leggi dell’economia. Propose una soluzione della questione sociale, in cui si respinge sia l’individualismo utilitarista del sistema capitalista, sia il collettivismo materialista propugnato dal socialismo. Respinse le due dittature: quella del denaro e della finanza e quella dello stato e del partito
Commenta mons. Sorrentino nel suo volume che, nel passato, la Chiesa aveva cercato di contrastare e limitare la speculazione finanziaria bollandola come usura, cercando di moderare la moltiplicazione del denaro e la prepotenza di guadagni spropositati, in cui i prestatori di denaro diventavano approfittatori e speculatori, senza il minimo rapporto con la realtà e con il rischio d’impresa e dell’organizzazione del lavoro.
È una realtà che la Chiesa, fin dall’inizio, ha denunciato i modi di operare il cui il denaro produce denaro e dove il vitello d’oro diventa oggetto di idolatria. Oggi il denaro e la moltiplicazione dello stesso hanno assunto dimensioni planetarie e sfuggono a qualsiasi principio etico ed anche ai meccanismi regolativi degli stati nazionali.
Per contrastare la speculazione, l’economista affermò: “Nel giro complesso e vertiginoso della vita commerciale è d’uopo premunirsi contro il monopolio del credito a profitto di pochi speculatori e colla comune servitù”. È urgente pertanto, secondo lui, riprodurre nelle forme ammodernate la repressione legale delle usure, sottoporre le borse a una legge severa sulle operazioni, e della dispensazione del credito mediante le banche di emissione fare una funzione sociale non affidata ad una società di speculatori, bensì ad un istituto autonomo con patrimonio impersonale da amministrarsi con intenti di pubblica utilità”.
Un programma, questo, che corrisponde esattamente alle parole di Papa Francesco, quando sostiene che “il denaro deve servire e non governare”. La Chiesa ama tutti, ricchi e poveri, ma ricorda che i ricchi devono aiutare i poveri rispettarli e promuoverli. Ha scritto Bergoglio nella Evangelii gaudium: “Vi esorto alla solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’economia e della finanza a un’etica a favore dell’essere umano”.