Mercoledì 2 dicembre si svolgerà a Roma, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio (ore 11-13), la cerimonia di premiazione del Premio Roma allo sviluppo del Paese. L’evento, promosso dalla rivista Tempo Finanziario, con il patrocinio di Roma Capitale e della Regione Lazio, intende premiare “Personalità del mondo dell’economia, delle scienze, del sociale e della cultura, che si siano particolarmente distinte per i contributi dati alla crescita ed al prestigio del Paese”. Ideatore del Premio e coordinatore della giuria è il prof. Ercole P. Pellicanò, docente dell’Università LUMSA di Roma e autore di saggi sui problemi dello sviluppo economico. Pellicanò è stato, tra l’altro, presidente della Banca Popolare di Roma e, nel 2004, gli è stato conferito il titolo di Cavaliere del Lavoro. ZENIT gli ha rivolto qualche domanda al fine di apprendere le finalità e i principi ispiratori del Premio.
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Da cosa nasce la volontà di creare un Premio intitolato alla Città di Roma?
Il Premio Roma allo sviluppo del Paese è correlato alla particolare stagione che sta vivendo la città, stretta anch’essa dalla morsa della crisi che ha coinvolto l’economia occidentale dal 2008 ad oggi. La crisi genera tristezza, disagio, difficoltà per le famiglie, incertezza verso il futuro. Il Premio vuole essere un momento di aggregazione sui valori positivi, una sorta di “leva psicologica” in grado di orientare la riflessione sui fattori incoraggianti.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ricordato, durante un discorso televisivo, che il detto “Civis Romanus sum” era il vanto degli antichi romani. Con questa manifestazione, vogliamo offrire il nostro contributo affinché la comunità romana possa ritrovare il senso di un orgoglio perduto.
Quali sono i contenuti e le finalità del Premio?
L’iniziativa è rivolta a personalità della cultura, dell’economia, delle scienze e del sociale che abbiano dato un significativo contributo al prestigio del Paese, sia dal punto di vista dei valori e della cultura, sia dal punto di vista dello sviluppo economico. Vengono assegnati annualmente due premi, ai quali si affianca un premio speciale alla carriera, nell’intento di creare un momento di incontro e di riflessione basato sulla comunanza di capacità realizzative e valori ideali. Il Premio intitolato a Roma vuole anche essere un tributo a una città che, nonostante le sue sofferte contraddizioni, conserva tutto il suo splendore e rimane un punto di riferimento del mondo economico e civile. È doveroso riconoscere a Roma questa centralità. Per la sua storia e per ciò che essa ha rappresentato, e rappresenta, per l’umanità intera.
Lei ha origini meridionali ma vive a Roma da molti anni. Quanto hanno influito questi elementi nell’ideazione del Premio e qual è il suo rapporto con la Capitale?
Le mie origini sono meridionali, ma vivo a Roma dal 1964. Roma mi ha dato molto. Anch’io ho cercato di fare la mia parte, mettendoci l’impegno, la laboriosità ed il fervore creativo. Attraverso questo Premio, rivolto a personalità di grande spessore che onorano il nostro Paese, mi piace riaffermare un orgoglio di appartenenza. In questo senso posso dire che, nella ideazione del Premio, sono stato mosso da un sentimento anche di natura personale.
Chi sono, oltre a lei, i principali promotori del Premio?
Devo sottolineare con piacere di aver trovato, da subito, ampi consensi all’iniziativa: Roma è una città che è nel cuore di molti ed è innegabile il suo fascino insieme alla sua centralità nello sviluppo economico e sociale del Paese. Per dare attuazione al progetto era, però, fondamentale il sostegno di importanti realtà che ne comprendessero il senso. Banca Intesa San Paolo, con il coinvolgimento del direttore generale, Gaetano Miccichè, e la Società Deloitte, nella figura dell’amministratore delegato, Enrico Ciai, hanno appoggiato l’idea consentendone la realizzazione. Ringrazio inoltre la Regione Lazio ed il Comune di Roma per la concessione del patrocinio e la disponibilità della Sala della Protomoteca in Campidoglio, dove si svolgerà la cerimonia di premiazione del 2 dicembre. Desidero anche sottolineare che, oltre al sottoscritto, questo Premio si avvale di una autorevole Giuria, presieduta da Marcello Messori e composta da: Lorenzo Bini Smaghi, Enrico Ciai, Pierluigi Ciocca, Giorgio Di Giorgio, Gaetano Miccichè, Enzo Moavero Milanesi, Salvatore Rossi, Fabrizio Saccomanni. Va ricordata, infine, la rivista Tempo Finanziario che rappresenta un fondamentale tassello per il successo del Premio.
Per concludere: a chi verrà assegnato quest’anno il Premio Roma allo sviluppo del Paese?
Il Premio verrà assegnato a personaggi che non hanno bisogno di presentazione e che hanno onorato la italianità nel mondo. Giovanni Ferrero, amministratore delegato della Ferrero S.p.a., una delle nostre aziende più celebri a livello internazionale, e Roberto Cingolani, il fisico italiano direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova: un ente di ricerca che conta 1200 ricercatori dell’età media di 34 anni provenienti da 40 diverse nazioni del mondo. Mentre il premio speciale alla carriera sarà assegnato a Laura Biagiotti, presidente del Biagiotti Group, uno dei “loghi” più quotati e famosi del made in Italy.