Tensione altissima tra Turchia e Russia dopo l’abbattimento di un aereo militare russo in Siria vicino alla frontiera turca. Secondo Ankara, il velivolo avrebbe violato il proprio spazio aereo, ignorando i ripetuti avvertimenti lanciati, nell’arco di 5 minuti, in base alle regole di ingaggio. Prima dell’abbattimento, sarebbe stata inviata una lettera al presidente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu nella quale condannava i raid russi lungo il confine tra Siria e Turchia.
Il Cremlino nega tuttavia qualsiasi sconfinamento precisando che il jet, caduto 4 km all’interno del territorio siriano, non minacciava la Turchia. Per il presidente Vladimir Putin si tratta di “una pugnalata alle spalle da parte dei complici del terrorismo”. L’incidente – ha aggiunto – avrà drammatiche ripercussioni sulle relazioni tra Mosca ed Ankara. Lo dimostra già il fatto che il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, abbia annullato la sua visita di domani in Turchia, dove peraltro è in programma nel pomeriggio una riunione straordinaria della Nato.
Fonti locali affermano infine che i ribelli turcomanni, in lotta nel paese contro il regime di Al Assad, avrebbero sparato e ucciso entrambi i piloti mentre stavano atterrando con il paracadute. La notizia era stata confermata all’agenzia di stampa turca Dogan dal vicecomandante di una delle divisioni dei ribelli, Alpaslan Celik. “Abbiamo sparato ai piloti mentre atterravano coi paracadute. I corpi sono qui”, aveva detto Celik. Tuttavia un funzionario turco ha affermato pochi minuti fa che i due piloti sono vivi e che è in corso un’operazione per recuperarli.