Funeral in San Marco square

ANSA

Moraglia: “La vostra cultura ci inorridisce ma non ci intimidisce, abbiate il coraggio di chiedere perdono!”

Accorato appello del Patriarca di Venezia agli assassini, durante il funerale laico di Valeria Solesin. Parole di condanna ai terroristi anche dal rabbino e dall’imam di Venezia

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Con il feretro giunto in gondola dal Canal Grande, sono stati celebrati stamattina in piazza San Marco a Venezia, i funerali di stato di Valeria Solesin.

La funzione funebre, svoltasi in forma laica, è stata introdotta dagli inni italiano e francese ed è stata segnata dalla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle principali autorità religiose della città lagunare. In chiusura, ha risuonato l’Inno alla gioia di Beethoven, che è anche l’inno dell’Europa unita.

Alberto Solesin, padre della ricercatrice rimasta uccisa nell’attentato del 13 novembre al Bataclan di Parigi, ha rivolto “un pensiero a tutte le famiglie che in questo momento in Francia e un numerosi altri Paesi in Europa, e non solo, cercano, come noi, di superare il dolore per la perdita di un figlio, una figlia, un congiunto, un amico, un amore”.

Il padre di Valeria ha quindi ringraziato i rappresentati religiosi presenti in piazza San Marco, diventata “simbolo del cammino comune degli uomini in un momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con un richiamo ai valori di una religione”.

È quindi intervenuto il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, che ha rivolto un accorato appello agli assassini di Valeria: “Perché? Come avete potuto? La vostra cultura ci fa inorridire, ma non ci intimidisce. Ci sgomenta, perché indegna dell’uomo, ma ci fortifica nell’opporci ad essa con ogni nostra forza sul piano culturale, spirituale, umano”.

Il Patriarca ha poi implorato la conversione dei carnefici: “In nome di Dio, cambiate il vostro modo di essere. Iniziate dal cuore: abbiate questo coraggio!”, ha detto, ricordando che “è la dignità dell’uomo, chiedere perdono”.

“Mai e poi mai – ha proseguito Moraglia – divideremo con voi ciò che tragicamente vi appartiene: l’odio. In alcun modo vi concederemo tale vittoria, Valeria non lo vorrebbe. Non riuscirete a portarci a odiare: sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta!”.

Da parte sua, l’imam di Venezia, Hamad Al Mohamad, che ha assicurato: “non nel nome del nostro Dio”, né della “nostra religione”, Valeria è stata assassinata.

“Con questi atti barbarici credevano di poterci facilmente tenere tutti chiusi con la paura e privarci della nostra serenità e della nostra libertà”, ha aggiunto l’Imam, promettendo la difesa dei “sacri valori della vita e dell’umanità” da parte della sua comunità.

Gli “assassini criminali” della giovane veneziana, ha proseguito Hamad, sono “anti-islam”, “anti ogni religione”, “anti-umanità” e “hanno fallito”.

Dovranno essere i musulmani stessi a sconfiggere il “terrorismo fatto in nome dell’Islam”, in quanto sono “i primi a subire la sua devastazione”, ha detto l’imam.

Secondo il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout, i responsabili degli attentati di Parigi, cercano di “uniformare il mondo alle proprie idee” e di “eliminare le persone diverse da loro”.

“Ma non prevarranno se troveranno a contrastarli persone come te che non si lasceranno intimorire”, ha poi concluso il rabbino, rivolgendosi alla defunta.

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ZENIT Staff

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