“Sarebbe meglio fare a meno della pena di morte, ma ci sono situazioni in cui le minacce alla società sono troppo forti e si può usare un tale metodo per difendersi”. Così all’agenzia Interfax l’arciprete Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento per le relazioni tra Chiesa e società del Patriarcato di Mosca, pronunciandosi a proposito della cancellazione della moratoria sulla pena di morte in Russia, proposta da un deputato della Duma.
L’arciprete Chaplin ha ricordato che le fondamenta delle politiche sociali della Chiesa russa affermano che la pena di morte era riconosciuta nel Vecchio Testamento e nel Nuovo Testamento non ci sono indicazioni riguardo l’abolizione della pena capitale.
Il capo dell’amministrazione presidenziale, Serghei Ivanov, si è pronunciato su questo tema con queste parole: “La domanda sul ripristino della pena di morte in Russia dovrebbe procedere non dalle emozioni, ma dal buonsenso”. Era stato il capo del partito Russia Giusta, Serghei Mironov, a proporre una moratoria sulla pena di morte per terrorismo.
A favore del ripristino della pena di morte si è espresso anche Talgat Tajuddin, muftì supremo dell’ufficio centrale del Centro spirituale musulmano di Russia. “Non si tratta di introdurre una nuova legge ma solo di restaurarne una vecchia”, ha detto, ricordando che la pena capitale è prevista dalla legge islamica (sharia).
Contrari all’ipotesi sono invece la Federazione delle comunità ebraiche di Russia e il Consiglio per i diritti umani russo. Il capo di quest’ultimo, Mikhail Fedotov, ha definito “populista” la proposta di Mironov affermando: “Per un jihadista kamikaze, la minaccia della pena di morta è ridicola come la minaccia di tortura per un masochista”.