Sono tanti i giovani che frequentano i movimenti cattolici e le nuove realtà ecclesiali. Qual è il segreto di questo successo tra le nuove generazioni? Sicuramente la bellezza della diversità. Ognuno può scegliere la spiritualità che preferisce, ma il punto d’arrivo è sempre il Signore.
Mi piace pensare a Dio come ad un grande artista, ispiratore di opere sempre nuove. È Lui che dipinge e modella i nuovi movimenti, come opere d’arte, spalancando a tutti le porte del Cielo.
Sulla mano ispiratrice di Dio non possono esserci dubbi. Eppure non tutte le nuove realtà ecclesiali vengono comprese. Certi movimenti possono essere amati e stimati, ma anche criticati o guardati con sospetto.
In fondo, questo è il destino delle novità. A volte ci vuole un po’ di tempo per digerirle. Spesso possono suscitare invidie o timori. Ma una cosa è certa. Tanti giovani si avvicinano a questo mondo perché hanno un’anima pura, libera dai pregiudizi. Sanno allargare più facilmente le braccia ed accogliere con maggiore spontaneità le nuove opere d’arte del Signore.
Sicuramente i nuovi movimenti rappresentano una straordinaria carica d’energia per la Chiesa. Hanno contribuito a renderla più viva e fresca, inaugurando linguaggi nuovi e offrendo cammini diversi da percorrere.
Il dono più evidente, che tutti noi possiamo cogliere, è quello d’aver cercato di concretizzare lo spirito di rinnovamento del Concilio Vaticano II.
In questi anni, grazie a Dio, ci si è allontanati dalla dimensione ghettizzante di una Chiesa ordinata per “settori”: da una parte i preti e le suore e dall’altra il resto del mondo. Da una parte i consacrati, prescelti dal Signore, e dall’altra i laici fragili ed umani.
Questa erronea divisione non esiste più. Un grande merito dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali è proprio quello d’aver rivolto grande attenzione ai laici, scuotendoli ed invitandoli a vivere con entusiasmo il messaggio del Vangelo.
Una volta il termine “vocazione” era utilizzato solo per il clero. Sembrava quasi che, per raggiungere il Cielo, fosse necessario indossare per forza un abito ed isolarsi dal mondo.
Oggi, invece, grazie al contributo dei nuovi movimenti, non è più così. Anche i laici possono vivere pienamente la loro vocazione cristiana, senza necessariamente entrare in convento. Anzi, è perfettamente possibile seguire il Vangelo restando nel mondo, con tutti e due i piedi.
Si può diventare santi andando a lavorare, frequentando la scuola o l’università. Fidanzandosi e sposandosi. Andando al cinema, oppure a ballare. Mettendo il sale nella pasta o giocando a pallone con il proprio bambino. L’importante è fare tutto con tanto amore, ricordandosi di essere figli di Dio.
C’è, poi, un altro elemento di grande fascino per i giovani: la piena fedeltà al Papa.
Il bello dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali sta proprio nell’entusiasmo e nell’amore che diffondono tra i ragazzi, invitandoli a seguire il Papa.
Fanno capire alle nuove generazioni che della Chiesa ci si può fidare. Non chiudono gli occhi di fronte ai possibili errori umani, ma comunicano un messaggio chiaro: la Chiesa è stata fatta da Gesù e va ben oltre le cadute delle singole persone.
I movimenti hanno aiutato i ragazzi a sentirsi Chiesa, profondamente Chiesa. Hanno alimentato un senso di gioia e di appartenenza che spinge i giovani ad agire in modo più responsabile, seguendo le orme di Cristo.