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Per una spiritualità del tempo presente

José Tolentino Mendonça, sacerdote e poeta, tra i vincitori del Premio letterario “Res Magnae” 2015

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Nella suggestiva sede di Palazzo Altieri, secentesco gioiello architettonico della Roma papalina, si è svolta, il 19 novembre, la cerimonia di premiazione del Premio letterario Res Magnae edizione 2015, dedicato ai “libri di qualità nello spirito del tempo”.

Res Magnae è un’associazione di ispirazione cattolica impegnata su più fronti: attività solidaristiche, convegnistica a sfondo sociale, organizzazione di momenti d’incontro su temi religiosi. Finalità associative che si riflettono anche nel Premio letterario, caratterizzato da tre sezioni culturali esemplificative del nostro tempo: la “cultura del Fare”, la “cultura del Sud”, e la “cultura dell’Incontro”.

Le tre sezioni del Premio – hanno spiegato Marco Italiano e Angela Soccio, rispettivamente presidente e vicepresidente di Res Magnae – rappresentano simbolicamente la necessità di ridare un senso etico all’agire sociale, spezzare la spirale di sfruttamento verso i più deboli e rilanciare la capacità di convivenza umana (la “cultura dell’Incontro”, nucleo fondante dell’apostolato di Papa Francesco).

I premi sono stati attribuiti a: José Tolentino Mendonça, per il libro La mistica dell’istante (Ed. Vita e Pensiero); Daniele Biella, per il libro Nawal, l’angelo dei profughi (Ed. Paoline); Giampaolo Trevisi, per il libro Fogli di via (EMI – Editrice Missionaria Italiana).

Ricco di stimoli il tessuto culturale dell’evento, che ha visto la presenza di numerosi esponenti del mondo cattolico – tra i quali suor Rina Risitano delle Figlie di San Paolo, Rosa Calabria, presidente dell’Azione Cattolica di Roma, Diego Barbato, presidente della Sezione UCID di Roma – nonché dei rappresentanti degli enti patrocinanti: Banco Popolare, Ambasciata Portoghese, Mibact, Capitaneria di Porto, Polizia di Stato.

Nel corso del dibattito, animato, tra gli altri, da Lorenzo Fazzini, direttore della EMI, e Romano Cappelletto, responsabile ufficio stampa delle Paoline, è emerso con chiarezza il filo conduttore di natura etico-sociale che lega tra loro i tre libri ed è all’origine del premio conferito.

Daniele Biella, premiato per la sezione “cultura del Sud”, è un giornalista che scrive di tematiche sociali per Vita.it e altre testate cartacee ed online. Si occupa, in particolare, di migrazioni e cooperazione internazionale, seguendo da vicino gli scenari mediorientali e latino-americani. “Attraverso la mia professione – ha dichiarato –vengo in contatto con molte realtà. E mi sono reso conto che le più grandi testimonianze di solidarietà nascono proprio dalle esperienze più drammatiche. La protagonista di Nawal, l’angelo dei profughi è un personaggio autentico: una giovane volontaria impegnata in un compito molto difficile: aiutare le persone in mare. Facendo da tramite tra le telefonate d’emergenza dei profughi e la Guardia Costiera, Nawal ha contribuito a salvare centinaia di vite umane. Il mio libro vuole comunicare soprattutto un esempio: quello di una persona che si mette in gioco per dare umanità”.

Giampaolo Trevisi, premiato per la sezione “cultura del Fare”, è direttore della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda (VR) ed è stato dirigente dell’Ufficio Immigrazione. Da queste esperienze nasce il suo libro Fogli di via, costituito da ventidue storie basate su casi autentici. “Nel mio libro – ha spiegato – cerco di raccontare il problema dell’immigrazione dal punto di vista di chi, come me, svolge un ruolo di tutore della legge, ma al tempo stesso vive un senso di empatia nei confronti di chi soffre. Nella mia attuale responsabilità di direttore di una Scuola di Polizia, cerco di plasmare gli studenti prima di tutto in termini valoriali. Stiamo andando verso una società multietnica, ma perché possa aversi una serena convivenza, occorre una rivoluzione culturale che, al momento, ancora non si vede…”.

Molto applaudito l’intervento di José Tolentino Mendonça, premiato per la sezione “cultura dell’Incontro”. Sacerdote, saggista e poeta, padre Tolentino è una delle voci più autorevoli e note della cultura portoghese. Per molti anni a capo della “Pastoral da Cultura”, è attualmente vice-rettore e docente dell’Università Cattolica di Lisbona e consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Il libro vincitore del premio s’intitola La mistica dell’istante (sottotitolo: Tempo e Promessa) e si avvale della brillante traduzione dal portoghese di Marianna Scaramucci, che riesce a rendere con efficacia l’atmosfera dell’opera, basata su una delicata simbiosi tra afflato poetico e pensiero religioso.

“L’unico contatto fra le infinite possibilità dell’amore divino e l’esperienza mutevole e progressiva dell’umano è l’istante. È il fango in cui la vita si modella e si scopre. È il fragile ponte di corda che unisce il tempo e la promessa”, scrive José Tolentino Mendonça ne La mistica dell’istante. E fa seguire a questo suo pensiero un componimento di Santa Teresa di Lisieux, utilizzando il linguaggio poetico come cifra stilistica per trasmettere un messaggio di natura spirituale.

“Ci troviamo in un momento storico complesso”, ha spiegato nel suo intervento padre Tolentino. “Una fase di crisi che vede il disgregarsi di una vecchia visione del mondo, senza che un nuovo modello abbia preso forma compiuta. La nostra distanza dalla natura è diventata così grande che le nostre capacità percettive si sono ridotte: siamo diventati una sorta di ‘analfabeti emozionali’, incapaci di cogliere le espressioni fondamentali della vita. La Bibbia contiene una visione unitaria dell’uomo, Gesù Cristo ci ha insegnato che la religione è un’arte integrale dell’essere. Dobbiamo allora trovare una nuova sintesi, in grado di proporre, a partire dall’atto del credere, ma anche dell’atto di vivere, una nuova grammatica della saggezza. E in questo può aiutarci una riscoperta delle nostre percezioni sensoriali, che andrebbero coltivate e affinate. C’è un episodio del Vangelo che riveste un altissimo valore testimoniale: quando Gesù, avvertendo in mezzo alla folla una sincera invocazione di fede, esclama: Chi mi ha toccato?”.

Il libro di José Tolentino Mendonça propone, in tutta evidenza, un nuovo progetto di spiritualità. “Per una spiritualità del tempo presente” s’intitola, appunto, un capitolo dell’opera. Che costituisce un originale contributo di pensiero alla nuova evangelizzazione, “per lanciarci nell’avventura della ricerca del senso della vita”.

La rituale firma dei libri da parte degli autori è stato l’atto conclusivo di un incontro molto apprezzato dal pubblico che ha affollato il salone degli eventi di Palazzo Altieri. Avvalorando, con ciò, l’originale impostazione del Premio letterario Res Magnae, volto a promuovere le istanze nascenti che riaffermano la centralità della persona umana nella sua identità morale, materiale e spirituale.

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Massimo Nardi

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