Great Mosque of Rome

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“La nostra religione è la religione della vita, non una religione di morte”

L’imam del Centro Culturale Islamico d’Italia condanna il terrorismo

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Per la sua consueta predicazione del venerdì, l’imam della Grande Moschea di Roma, Muhammad Hassan Abdulghaffar, ha scelto ieri il tema “La qualità della misericordia”. Si tratta, come ha dichiarato alla televisione italiana il presidente del Centro Culturale Islamico d’Italia, Abdellah Redouane, di un argomento in armonia “con il papa Francesco” e con il “Giubileo della Misericordia”, che sta per iniziare.

“Fratelli e sorelle, l’argomento odierno è la qualità innata della misericordia”, ha cominciato l’imam di Roma la sua predicazione postata sulla pagina Facebook del Centro Islamico Culturale d’Italia & Grande Moschea di Roma.

Per l’imam, “il fedele è misericordioso e questa è una delle sue caratteristiche basata sulla purezza e la serenità dell’anima e sull’integrità dello spirito.”

“Il fedele, – ha proseguito – compiendo il bene e agendo correttamente e quindi astenendosi dal male e allontanandosi dagli atti immorali, è sempre in uno stato di purificazione dell’anima e il suo spirito è buono ed amabile.”

L’imam ha continuato la sua riflessione, invitando i fedeli ad agire di conseguenza. “La misericordia, la compassione e la clemenza non abbandonano il cuore di colui che è in questa condizione, per questo egli desidera avere un comportamento dettato da queste doti”, ha sottolineato Abdulghaffar, che ha ricordato poi le parole del Profeta o Messaggero di Dio”: “Siate misericordiosi con chi è sulla terra e chi è nel cielo è misericordioso con voi.”

Tocca quindi al credente di essere “misericordioso, compassionevole e benevolo con il fratello credente ma anche con tutti gli altri che non lo sono.”  

“La nostra religione – ha aggiunto l’imam – è una religione sotto la bandiera della misericordia, non una religione che insegna la crudeltà e la violenza. La nostra religione è una religione che insegna indulgenza e non una religione di vendetta.”

Quindi il terrorismo è da respingere con decisione. “La nostra religione è la religione della vita, non una religione di morte, che è il motivo per cui il Centro Culturale Islamico d’Italia condanna fermamente tutti gli atti di terrorismo che colpisce la vita umana, perché ogni vita è sacra”, ha sottolineato.

L’imam della Grande Moschea di Roma ha concluso la sua predicazione esortando i fedeli “ad essere misericordiosi, compassionevoli e benevoli e con l’ammonimento di stare in guardia dal castigo divino per coloro che non applicano questi nobili insegnamenti.”

Da parte sua l’imam di Monfalcone ha dichiarata in un’intervista con Il Gazzettino (16 novembre) che una “condanna semplice non basta”. “E’ arrivato il momento – ha detto – che noi facciamo la nostra parte per dimostrare che l’Islam non ha nessuna relazione con questi fatti. Questi fatti non fanno parte dell’Islam, come religione, come storia, come educazione.”

“Per me non sono musulmani”, ha proseguito l’imam. “Perché uno che va contro gli insegnamenti dell’Islam non è un musulmano. Uccidere gente innocente, così a sangue freddo, non è dell’Islam”, ha sottolineato l’imam, il quale ritiene che i giovani attentatori “sono stati usati da altri menti che non hanno alcun scopo religioso, ma hanno il solo scopo di scatenare una guerra fra religioni.”

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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