Logs ready to be thrown into a fireplace

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La metafisica aristotelico-tomistica (Nona parte)

Materia e forma: la composizione dei corpi

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Il divenire riguarda non soltanto le sostanze ma anche gli accidenti, ad esempio: l’acqua da fredda diventa calda o viceversa.

San Tommaso, commentando la Fisica di Aristotele, distingue vari tipi di divenire (moto) accidentale: l’alterazione, la crescita e la diminuzione, il moto locale o locomozione.

“[…] Il movimento [divenire] nella qualità si chiama alterazione, riguardo al movimento nella quantità presenta due nomi. E dice che l’atto di ciò che si accresce e di ciò che al contrario diminuisce, non esiste infatti un nome comune per entrambi, è crescita e diminuzione; […] e l’atto di ciò che si muove localmente, locomozione”[1].

L’”alterazione” è di carattere qualitativo, come l’esempio suddetto dell’acqua calda che diviene fredda; “la crescita e la diminuzione” è di carattere quantitativo, come ad esempio l’aumento o la diminuzione del livello di un fiume; la locomozione è il passaggio di un individuo da un luogo ad un altro, come ad esempio una scimmia che si sposta da un ramo ad un altro.

Gli accidenti di carattere qualitativo e quantitativo comportano delle modificazioni intrinseche delle sostanze, a differenza del moto locale, che è di carattere estrinseco, lasciando inalterate le sostanze che si muovono.

Come si vede il divenire accidentale è reso possibile dalle sostanze che permangono e fanno da supporto all’alternarsi degli accidenti, ma come è possibile il divenire sostanziale, cioè il passaggio da una sostanza ad un’altra, dalla sostanza-albero alla sostanza-carbone? Qual è l’elemento di permanenza, il supporto, che rende possibile questo passaggio?

Il divenire sostanziale è descritto da San Tommaso come “l’atto di ciò che si genera e di ciò che si corrompe, generazione e corruzione”[2]. Come è possibile che si corrompa un albero e si generi della cenere? Qual è l’elemento di continuità che collega l’albero prima di essere bruciato e la cenere dopo l’incenerimento?

Sul piano speculativo Aristotele afferma che il fondamento dei cambiamenti sostanziali deve essere necessariamente un ente puramente potenziale definito “materia prima”. Essa, afferma il filosofo greco, è “assolutamente priva di attualità o di forma, è indeterminabile e inconoscibile e non è sostanza”[3].

L’albero, dopo il processo di combustione, non si dissolve nel nulla, perché il nulla non è simpliciter, ma “si risolve” nella materia prima, la quale, afferma Aristotele, è “il primo soggetto o sostrato da cui ogni realtà fisica è sostanzialmente costituita, e in cui si risolve se viene distrutta”.

La materia prima è un elemento puramente potenziale e indeterminato che necessita di essere attuato e determinato da un altro elemento che lo attui e lo determini, chiamato “forma sostanziale”.

Materia prima e forma sostanziale sono i principi costitutivi di ogni corpo fisico, cioè di ogni sostanza corporea.

Ogni sostanza presente nel mondo è un composto di materia prima e di forma sostanziale. Ad esempio: un pezzo di legno è il composto della materia prima e della forma sostanziale del legno, la quale fa sì che esista quel determinato pezzo di legno con determinate caratteristiche qualitative e quantitative (ruvidezza, dimensioni ecc.), cioè con determinate “forme accidentali”. 

La forma sostanziale è un elemento immateriale e attivo che informa totalmente i corpi fisici, mentre la materia è un elemento puramente passivo, totalmente subordinato alla forma sostanziale, la quale è propriamente l’essenza dei corpi fisici e quindi li specifica e li rende distinguibili l’uno dall’altro.

La forma sostanziale è il principio determinante e attuante, e, in quanto attuante, è chiamata “atto primo”, mentre la materia prima, come è stato evidenziato, è pura potenza.

La forma sostanziale, scrive Maritain, “è un principio attivo, che è come l’idea vivente della cosa, o come la sua anima, e che determina questa materia prima puramente passiva un po’ come la forma impressa dallo scultore determina il marmo, costituisce con esso una sola e unica cosa fatta e esistente, una sola e unica sostanza corporea, alla quale dà di essere questa o quella (di avere tale natura specifica), e di esistere, un po’ come la forma impressa dallo scultore dà alla statua di essere ciò che essa è”[4].

Al contrario della forma sostanziale, la materia prima “è pura potenza […] che può essere ogni corpo e che solamente in sé non ne è alcuno. E’ un principio puramente potenziale che tramite la sua unione con un principio attuale (forma sostanziale) costituisce tale o tale sostanza corporea”[5].

La materia prima non può esistere in se stessa, essendo un ente totalmente in potenza, ma esiste tramite la forma sostanziale, la quale la attualizza e la determina.

Il concetto di materia prima è misterioso, come è misterioso, come vedremo, il concetto di Dio, ma mentre quest’ultimo è misterioso per eccesso di intellegibilità, il primo lo è per difetto di intellegibilità.

(La prossima puntata segue sabato 28 novembre. L’ottava parte è stata pubblicata sabato 14 novembre 2015)

*

NOTE

[1] San Tommaso d’Aquino, Commento alla Fisica di Aristotele, Libro 3, Lez. 2, n. 286.

[2] Ibidem.

[3] Aristotele, Metafisica, VII, 10, 1036 a.

[4] J. Maritain, Elements de philosophie, cit., p. 117.

[5] Ibidem, p. 176.

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Maurizio Moscone

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