Questa mattina, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, accompagnato da un seguito di dieci persone, tra cui la moglie. Salutando il Pontefice il capo di Stato ha detto: “Sono molto grato per l’opportunità di questo incontro”; Francesco ha risposto con un saluto in ucraino, avendo imparato la lingua da giovane, a 11-12 anni, a Buenos Aires, quando serviva la Messa con un prete ucraino di rito greco-cattolico.
Nel corso del cordiale colloquio, durato circa 22 minuti, alla presenza di un interprete dall’inglese, sono stati riaffermati i “buoni rapporti fra la Santa Sede e l’Ucraina” e ci si è dedicati “principalmente alle questioni connesse con la situazione di conflitto nel Paese”. Al riguardo, informa una nota della Sala Stampa vaticana, “si è condiviso l’auspicio che, con l’impegno di tutte le Parti interessate, siano privilegiate soluzioni politiche, a cominciare dalla piena realizzazione degli Accordi di Minsk”.
Al contempo, “si è espressa preoccupazione per le difficoltà nell’affrontare l’emergenza umanitaria, con particolare riferimento all’accesso delle organizzazioni specializzate all’area toccata dalle ostilità, all’assistenza sanitaria, allo scambio di prigionieri, nonché le ripercussioni economiche e sociali del conflitto su tutto il territorio”. L’incontro, conclude la nota, “è stato occasione per rilevare l’importante ruolo delle Chiese nella società, nonché il contributo delle comunità greco-cattoliche e di rito latino alla vita del Paese”.
Nel momento dello scambio dei doni, Poroshenko ha regalato al Papa una statua dell’Angelo di Dio tutta in vetro – che, ha spiegato, “è un materiale speciale” – eccetto il cuore e l’aureola in ambra. “Prego che con questo dono ricorderà l’Ucraina”, ha detto. Il Santo Padre ha ricambiato con il medaglione di bronzo della pace raffigurante un ulivo che regge una roccia divisa in due parti, sottolineando: “Questo è il mio desiderio di pace per l’Ucraina”. In dono anche una copia della Esortazione apostolica Evangelii gaudium e della enciclica Laudato Si’.