Seraphicum

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Molte membra, un corpo solo: religiosi e chiesa particolare oggi

Al Seraphicum un dibattito sugli atti del convegno di Assisi in occasione dell’Anno della Vita Consacrata

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Religiosi e Chiesa particolare oggi. Questioni aperte è il tema della tavola rotonda, in programma domani, venerdì 20 novembre, alle ore 16 nell’aula Sisto V del Seraphicum (via del Serafico 1, Roma), promossa dalla Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” in collaborazione con la Pontificia Università Antonianum e con l’Istituto Teologico di Assisi.

La tavola rotonda, che si colloca all’interno dell’Anno della Vita consacrata, muoverà dalla presentazione degli atti del convegno Molte membra un corpo solo. Religiosi e Chiesa particolare oggi, svoltosi ad Assisi nel novembre dell’anno scorso.

Non si tratterà, tuttavia, della semplice presentazione degli atti di quel convegno: l’obiettivo, infatti, è di riprendere e affrontare le questioni rimaste ancora aperte, proponendo un’occasione di confronto e di approfondimento tra esperti.

Interverranno mons. Marcello Semeraro, teologo e vescovo di Albano; il prof. don Dario Vitali, docente di ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana; il prof. Xabier Larraňaga (CMF), docente e preside del Claretianum; la professoressa Simona Paolini (SFMGB), docente di Diritto canonico alla Pontificia Università Antonianum. Moderatore della tavola rotonda, fra Ugo Sartorio (OFMConv), teologo e giornalista.

“La Tavola rotonda – spiega fra Domenico Paoletti, Preside del Seraphicum – vuole segnare una ripresa del Convegno assisano nel quale sono state enucleate dieci questioni che vanno da come armonizzare carisma e istituzione, nella coessenzialità tra doni gerarchici e carismatici, a come intendere la relazione tra l’Istituto religioso (che appartiene alla Chiesa universale) e i membri dell’Istituto che appartengono alla Chiesa particolare. Da come concretamente attivare e articolare la struttura sinodale della Chiesa locale a quale relazione ecclesiale esiste tra Santuari internazionali, custodi di un carisma, e Chiesa locale”.

“Dalla relazione tra Chiesa universale, Chiesa locale e Ordine francescano a come dare forma istituzionale profetica alle “mutue relazioni” – prosegue fra Paoletti -. Da quale è la significatività profetica della vita consacrata francescana per la riforma della Chiesa oggi a quale relazione il vescovo è chiamato a promuovere tra religiosi, religiosi presbiteri, presbiteri diocesani e laici”.

“Non manca la questione aperta di come va compresa la ‘obiettiva eccellenza della Vita Consacrata’ con il porre una maggiore attenzione nell’approfondimento teologico sul perché il Verbo eterno del Padre si è espresso su questa terra in una forma di vita verginale”, conclude poi il preside.

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ZENIT Staff

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