Di tanto in tanto incontro l’amico Andrea, appassionato omeopata. Tutta la salute lui la vede dal punto di vista della sua professione. Trovo curioso ogni suo ragionamento, interessante ogni particolarità delle applicazioni omeopatiche di cui mi parla con competenza e, ciò che maggiormente mi meraviglia, con vera passione.
L’omeopatia non è una cura violenta, ma lenta e paziente. Chi ne usa non deve avere nessuna fretta di guarire da un giorno all’altro. Non suggerisce l’uso di dosi massicce, ma applicazione di dosaggi apparentemente insignificanti: a gocce.
-Preziose allora queste gocce, se ne prescrivi così poche e a ritmi distanziati nella giornata.
-Eh, si…ti prescrivo poche gocce; si rivelano efficaci a media o lunga distanza perché sono preziose ed è per questo che vanno prese col contagocce. L’efficacia dipende anche da questo tipico dosaggio.
Ho avuto la fortuna di partecipare alla conferenza di una professoressa che teneva a presentarsi prima di tutto mamma di quattro figli. Parlando a circa seicento religiosi e religiose, esortava a non lamentarsi del calo di vocazioni e a non prendersela con Dio per l’esiguo numero di vocati.
Dio – ha detto – lavora e cura la chiesa con l’omeopatia: i chiamati alla vita consacrata sono tutti e ciascuno molto preziosi…Dio li dosa per la salute dell’intera comunità come le gocce dell’omeopata. Non sforna eserciti, o dosi massicce. Li dosa col contagocce, ne bastano pochi perché preziosi ed efficaci. In ogni goccia c’è la presenza e la potenza del Suo mare.
Ciao da p. Andrea
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