Strage di Parigi. Caccia all'ottavo attentatore, forse fuggito in Italia

Proseguono intanto arresti e perquisizioni a tappeto in tutta la Francia e in Belgio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Mentre Parigi e l’Europa tornano faticosamente alla vita normale dopo gli attentati di venerdì sera, le intelligence e le forze di polizia lavorano per rafforzare la sicurezza e per individuare i responsabili delle stragi. In queste ore, in Francia e in Belgio, si sta verificando una raffica di arresti e perquisizioni.

Accertato che gli attentatori materiali siano stati otto, l’interpol si è messa sulle tracce di un 29enne belga di origine marocchina di nome Abdelhamid Abaaoud, fuggito in Siria a gennaio per arruolarsi sotto la bandiera nera del Califfato. Secondo fonti ufficiali francesi, è lui la mente degli attentati. L’uomo è tristemente famoso per un video registrato nel 2014 in cui guida un’automobile che trascina dietro alcuni corpi mutilati.

Il nome di Abdelhamid Abaaoud è strettamente legato a quello del ricercato principale per le stragi di venerdì sera: Salah Abdeslam. I due sono amici d’infanzia, cresciuti insieme nel quartiere di Molenbeek, a Bruxelles, dove si è alimentata negli anni la loro fede all’Islam radicale.

Salah Abdeslam aveva noleggiato le auto servite ai terroristi. Suo fratello si è fatto esplodere su Boulevard Voltaire. Lui è in fuga, forse già oltre i confini francesi. Mobilitata anche la polizia stradale italiana, che ha chiesto “a tutte le pattuglie in servizio sulle autostrade del Piemonte e sulla tangenziale di Torino” di cercare una Seat Ibiza nera.

Dalle automobili ai videogiochi. Emerge in queste ore sul sito interne di Forbes che i terroristi dello Stato islamico a Parigi potrebbero aver utilizzato la Playstation 4 per discutere e pianificare gli attentati. L’articolo cita il ministro degli Interni belga, Jan Jambon, “che ha apertamente dichiarato che i componenti del gruppo Stato islamico utilizzano la PS4 per comunicare, proprio perchè è difficile da controllare, ancora di più rispetto a WhatsApp”. In realtà, la dichiarazione del ministro belga risale a prima degli attacchi di Parigi, a martedì 10 novembre, nel quadro di una conferenza sul terrorismo organizzata a Bruxelles.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione