Come già annunciato da padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, anche il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ribadisce che il Giubileo si farà regolarmente. E aggiunge che accoglierà anche i musulmani.
“Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della misericordia”, ha detto il porporato in un’intervista al giornale cattolico francese La Croix. “Si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio”, spiega il segretario di Stato Vaticano. Che ha spiegato che “la misericordia è anche il più bel nome di Dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno Santo, come l’ha voluto il Papa”.
Il card. Parolin riconosce che “il Vaticano può essere un bersaglio per il suo significato religioso”, ma allo stesso tempo assicura che l’agenda del Papa non riceverà modifiche in quanto “non ci lasciamo paralizzare dalla paura”.
Cita poi il Catechismo della Chiesa Cattolica, per ribadire – mutuando quanto disse papa Francesco – che “non è possibile tollerare la violenza indiscriminata” e che dunque è possibile fermare l’aggressore ingiusto. Tuttavia, precisa che “nel caso di un intervento dall’esterno, occorre cercare la legittimazione attraverso le organizzazioni che la comunità internazionale si è data”.
Perciò il segretario di Stato auspica “una mobilitazione generale in Francia, in Europa e nel mondo” di mezzi di sicurezza, polizia e intelligence “per sradicare il terrorismo”. Ma anche – aggiunge – “una mobilitazione che dispieghi tutte le risorse spirituali per dare una risposta positiva al male. Ciò richiede l’educazione al rifiuto dell’odio, per dare risposte ai giovani che scelgono la jihad. Dobbiamo convocare tutti gli attori, politici e religiosi, nazionali e internazionali”.
“Dobbiamo davvero – conclude il card. Parolin – fare uno sforzo per lottare e combattere insieme. Senza questa unità, questa battaglia, molto dura, non sarà vinta. Ed è necessario coinvolgere gli attori musulmani. Devono essere parte della soluzione”.